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Bruxelles dice sì all’idrogeno viola dal nucleare nella tassonomia verde UE

Sarà considerato idrogeno a basse emissioni, e quindi sostenibile e pulito. Anche se la decisione sul nucleare in quanto tale è ancora pendente

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Continuano le anticipazioni su come sarà la tassonomia verde UE

(Rinnovabili.it) – Nella tassonomia verde UE fa capolino il nucleare. Almeno come fonte di energia per la produzione di idrogeno considerato sostenibile. Questo è l’orientamento della Commissione, che ne ha discusso in anteprima con la commissione Ambiente del parlamento europeo lunedì 16 novembre. In base a quanto si apprende, quindi, nel documento finale che stabilisce cosa è considerato un investimento sostenibile e cosa no ci sarà anche l’idrogeno viola, che sarà considerato ‘a basse emissioni’.

“L’elettrolisi può essere alimentata da elettricità rinnovabile, che sarebbe quindi classificata come idrogeno rinnovabile”, ha affermato Paula Abreu Marques, capo dell’unità per le energie rinnovabili e le policy sul CCS presso la direzione dell’energia della Commissione. “Se si dispone di elettrolizzatori collegati a centrali nucleari – ha specificato la funzionaria – questo verrà classificato come idrogeno a basse emissioni di carbonio”.

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Finora il nucleare era rimasto fuori dalla tassonomia verde UE. L’esecutivo europeo ha scelto di aspettare un parere tecnico dal Joint Research Centre, il centro di ricerca di Bruxelles (è atteso per l’anno prossimo). Perché se da un lato il nucleare è senz’altro a basse emissioni di carbonio, dall’altro lato pone enormi problemi di smaltimento delle scorie. E’ proprio questo punto a far tentennare Bruxelles, perché potrebbe mettere l’energia dall’atomo in contraddizione con uno dei principi cardine del Green Deal, il ‘do not harm’ (non nuocere).

Così come il nucleare non era citato nemmeno nella strategia dell’UE sull’idrogeno. In quel documento si introduceva il concetto di ‘idrogeno pulito’ ovvero prodotto per elettrolisi a partire da fonti rinnovabili, cui è assegnata la priorità. In subordine il documento mette in lista anche un ‘idrogeno a basse emissioni’. Che comprende l’H2 ottenuto da fonti fossili con cattura e stoccaggio del carbonio (idrogeno blu).

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Ma anche un non meglio specificato ‘idrogeno prodotto a partire da elettricità’. Una dizione estremamente generica che dà informazioni soltanto sulla tecnologia per produrlo (l’elettrolisi) ma non indica l’origine dell’elettricità impiegata nel processo. Ed è proprio in questo non detto che ora fa la sua comparsa il nucleare. In questo modo l’energia dall’atomo, anche se fosse esclusa dalla tassonomia verde, potrebbe contare sull’effetto trainante degli investimenti comunitari per lo sviluppo su larga scala di una filiera dell’idrogeno.