Il ruolo della BlackRock nella tassonomia verde UE
(Rinnovabili.it) – Il conflitto di interessi era enorme e plateale. Ma il verdetto del difensore civico dell’Unione europea è arrivato solo ieri. Quando ormai la tassonomia verde UE era già stata resa pubblica e l’accusa di conflitto di interessi è un’arma spuntata. L’ombudsman di Bruxelles ha stabilito infatti che la BlackRock, il più grande gestore di fondi a livello globale, non poteva prestare la sua consulenza alla Commissione. Nello specifico, per scrivere il nuovo documento che promuove la decarbonizzazione del continente e la transizione energetica. Stabilendo quali settori e tecnologie sono considerati sostenibili e possono ricevere investimenti agevolati e sovvenzioni, e quali invece restano a secco.
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Come ha fatto BlackRock a mettere le mani su un documento di policy così delicato? Passando dalla porta principale. Cioè partecipando a un bando per fornire servizi di consulenza su alcuni aspetti che dovevano essere chiariti all’interno della tassonomia verde UE. Sotto accusa da parte del difensore civico europeo, Emily O’Reilly, non c’è la società americana. Infatti il contratto non è stato stralciato. C’è invece la Commissione e le procedure in vigore per l’assegnazione degli appalti, specialmente le parti relative alla valutazione dei possibili conflitti di interesse.
O’Reilly ha criticato le norme in vigore perché non sono “sufficientemente solide e chiare da consentire ai funzionari di trovare conflitti di interesse se non in una gamma molto ristretta di conflitti professionali”. E prosegue la tirata d’orecchie alla Commissione. L’offerta arrivata da BlackRock per i servizi richiesti era troppo bassa, appena 280mila euro. Tanto sospetto che “potrebbe essere percepito come un tentativo di affermare un’influenza su un’area di investimento di rilevanza per i suoi clienti”.
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BlackRock controlla oltre 7mila mld di dollari di investimenti. Nel suo portfolio – analizza un rapporto appena pubblicato di Corporate Europe Observatory – ci sono alcuni dei maggiori investitori globali e anche diverse tra le più grandi banche europee. Che sono direttamente toccate dai criteri decisi nella tassonomia verde UE.
Non solo. La società dirige i suoi investimenti verso le fonti fossili e in aziende e attività collegate con la deforestazione. E appoggia pubblicamente delle politiche soft sul cambiamento climatico. Oltre ad aver cercato di contrastare in passato alcuni elementi dell’agenda dell’UE sulla finanza sostenibile. E’ quindi un vero paradosso, sottolineano gli autori del rapporto, che la Commissione abbia tranquillamente aperto la porta a un consulente con il profilo di BlackRock