In una lettera ai Ventisette, 150 ong europee chiedono che il gas resti fuori dal provvedimento sugli investimenti sostenibili. Includere il metano è “incompatibile” con gli sforzi di tenere la temperatura sotto gli 1,5 gradi. Aprire le porta al gas darebbe un “segnale pericoloso” al mondo
Gas fuori o dentro la tassonomia verde?
(Rinnovabili.it) – Nuovi investimenti nel gas “non possono essere ritenuti compatibili” con l’obiettivo di contenere la temperatura globale sotto la soglia di 1,5 gradi. Questa fonte fossile deve restare fuori dalla tassonomia verde europea. Fare il contrario indebolisce il Green Deal e “manda a tutto il mondo un segnale disastroso in contraddizione con il bisogno urgente di sforzi per la mitigazione del clima”.
Lo scrivono 150 ong, tra cui WWF, Greenpeace, Birdlife, T&E e Reclaim Finance, in una lettera indirizzata ai capi di Stato e di governo dei Ventisette. La tassonomia verde è un provvedimento con cui la Commissione europea stabilirà quali tipi di investimenti sono considerati sostenibili e quali no. Un provvedimento molto controverso perché forgerà buona parte della transizione energetica del continente. Il gas è il nodo più spinoso: molti paesi vogliono che sia considerato l’energia di transizione per eccellenza, mentre Bruxelles vuole limitare al massimo il ruolo di questa fonte fossile. Così spinoso che l’UE si è appena data altri 2 mesi in più per pensarci.
Leggi anche Pronta la nuova green taxonomy UE, ma senza gas e nucleare
Per le ong, lasciare spazio al gas nella tassonomia verde contraddice tutto ciò che l’UE ha fatto finora. La stessa valutazione d’impatto della Commissione europea per il suo obiettivo di riduzione delle emissioni nette del 55% ha rilevato che per raggiungere questo obiettivo entro il 2030, il consumo di gas dell’UE deve diminuire del 30%.
Su una posizione ancora più netta la tabella di marcia per la neutralità climatica al 2050 suggerita dall’IEA, l’agenzia internazionale dell’energia: per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C, secondo l’IEA non dovrebbero esserci nuovi investimenti in combustibili fossili, comprese le attività di esplorazione per petrolio e gas, oltre ai progetti già approvati nel 2021. E poi “dato che la vita media degli impianti alimentati a gas è di 25 anni, è chiaro che non c’è spazio nel bilancio del carbonio dell’UE e dell’OCSE per qualsiasi nuovo impianto a gas fossile che produca energia elettrica e/o termica da installare da qui al 2035”, argomentano le ong.
Leggi anche Green bond per la ripresa UE, fuori gas e nucleare
“Una “tassonomia sostenibile” che accolga il gas metano offrirebbe alle istituzioni finanziarie l’alibi ideale per continuare a mungere la mucca da mungere dei combustibili fossili nonostante il crescente consenso contro lo sviluppo del gas”, chiosa Paul Schreiber, attivista di Reclaim Finance. “Non c’è posto per il gas in una tassonomia sostenibile degna di questo nome”.
lm