Ieri la Commissione ha presentato l’ultima parte della tassonomia verde
(Rinnovabili.it) – Un secondo dopo l’entrata in vigore, la tassonomia verde rischia di approdare alla Corte europea di giustizia. La proposta sui criteri che definiscono gli investimenti sostenibili presentata ieri dalla Commissione è completamente sbagliata: dare l’etichetta verde al gas fossile e al nucleare va contro il Green Deal e rallenta la transizione energetica. Per queste ragioni Austria e Lussemburgo hanno annunciato già ieri a stretto giro che porteranno la questione al massimo tribunale UE.
Per la ministra per la Protezione del clima di Vienna, Leonore Gewessler, la tassonomia verde così com’è non fa altro che soddisfare i “desideri della lobby dell’energia nucleare”. Non è una bussola per orientare la finanza sostenibile ma “un programma di greenwashing”, ha aggiunto. L’Austria non è sola. Sulle stesse posizioni anche il Lussemburgo, che “riafferma con forza la sua opposizione all’inclusione del nucleare e del gas fossile nella decisione sulla tassonomia UE per la finanza ‘sostenibile’”, ha spiegato il ministro lussemburghese dell’Energia Claude Turmes. “Considereremo ulteriori passi legali insieme all’Austria”.
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Il ricorso all’azione legale è un’opzione che era già stata ventilata nelle scorse settimane, quando il dibattito sulla tassonomia verde è entrato nella fase più accesa. A minacciare questa via non erano solo Vienna e Lussemburgo, ma anche alcuni pesi massimi come Germania (contraria solo al nucleare) e Spagna. Ma per il momento si fermano solo alle critiche.
“Abbiamo ripetutamente chiarito che crediamo che sia sbagliato includere l’energia nucleare nella tassonomia”, ha detto ieri il ministro per l’Economia e la Transizione Ecologica tedesco Robert Habeck. “Il tutto vanifica il buon concetto della tassonomia e va contro i suoi obiettivi”. La ministra per la Transizione Ecologica spagnola Teresa Ribera si limita a ribadire quanto aveva già dichiarato nelle settimane precedenti: dare lo stesso trattamento al gas e nucleare che alle energie “indiscutibilmente pulite” come l’eolico o il solare fotovoltaico “non manda i segnali giusti per gli investimenti sostenibili”.