L’atteso rapporto del Jrc non trova danni per la salute o l’ambiente dal nucleare
(Rinnovabili.it) – L’energia dall’atomo è un investimento sostenibile. Bruxelles ha sciolto dopo molti mesi uno dei nodi più intricati della nuova tassonomia verde UE. Il nucleare rientra così a pieno titolo tra le forme di energia che accompagneranno la transizione energetica del continente. Lo anticipa l’agenzia Reuters, che ha visto in anteprima alcuni documenti riservati.
La tassonomia verde UE è il documento che regola quali investimenti nel settore energetico sono considerati sostenibili e quali no, e quindi i possibili destinatari di sovvenzioni. Attualmente è in fase di revisione. Il destino del nucleare è stato molto dibattuto fin dall’anno scorso. Per tagliare la testa al toro Bruxelles ha dato il compito di deciderne la sorte al Joint Research Center, l’organo dell’esecutivo UE per la ricerca. In particolare per stabilire se l’atomo è compatibile col principio del ‘do not harm’ su cui si basa il Green Deal, cioè il principio di precauzione.
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“Le analisi non hanno rivelato alcuna prova scientifica che l’energia nucleare arrechi più danni alla salute umana o all’ambiente rispetto ad altre tecnologie di produzione di elettricità”, si legge nel rapporto conclusivo del Jrc visto da Reuters, che sarà pubblicato ufficialmente la prossima settimana. L’istituto di ricerca aveva il mandato di concentrarsi in particolare su un aspetto cruciale: la gestione delle scorie nucleari e il loro impatto su salute e ambiente anche nel lungo periodo. Mandato ricevuto dopo lo stallo europeo seguito alla pubblicazione della prima bozza della tassonomia verde UE.
“Appropriato e sicuro”. Con queste parole il documento del Jrc definisce lo stoccaggio delle scorie nucleari in formazioni geologiche profonde. E cita paesi come Francia e Finlandia, che stanno portando avanti lavori per creare depositi con queste caratteristiche. Cosa succederà adesso? La tassonomia verde è ancora una bozza. Il rapporto del Jrc sarà ancora passato al setaccio da due gruppi di esperti per un periodo di tre mesi, poi la decisione definitiva.
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Solo la settimana scorsa, 7 paesi UE avevano scritto alla Commissione chiedendo che il nucleare non fosse escluso: Francia, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia e Slovenia. “Siamo molto preoccupati che il diritto dello Stato membro di scegliere tra diverse fonti energetiche e il diritto di determinare la struttura generale dell’approvvigionamento energetico sia attualmente fortemente limitato dal processo decisionale dell’UE, che esclude l’energia nucleare da sempre più politiche”, argomentavano i firmatari invocando il rispetto del principio della neutralità tecnologica. Cioè la libertà di scegliere la strada preferita per la decarbonizzazione.