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Siemens: credere nel futuro dell’eolico italiano

Vincere le incertezze normative, investire nell’innovazione, produrre in modo sempre meno costoso, queste le ricette per continuare a credere in un mercato promettente come quello dell’eolico italiano

Siemens: credere nel futuro dell’eolico italiano

 

(Rinnovabili.it) – In un contesto complesso e articolato, come quello di Ecomondo, abbiamo incontrato Edoardo Prina, responsabile vendite Eolico di Siemens Italia, per capire come la sua azienda intenda affrontare la futura sfida del mercato eolico italiano, mercato promettente, ma fortemente penalizzato dalla mancanza di prospettive.

 

Mauro Spagnolo: Dottor Prina, la società che lei rappresenta è impegnata in molti settori, alcuni dei quali legati alla sostenibilità energetica. Parlando di fonti rinnovabili: qual è la vostra attività?

Edoardo Prina: Sicuramente il portfolio energia di Siemens è uno dei core dell’azienda. In particolare ci occupiamo di produrre tecnologia per eolico e mini idroelettrico ed in Italia abbiamo circa 4000 dipendenti. Oltre al nostro portfolio eolico, quindi turbine eoliche di grande taglia, sviluppiamo anche i servizi correlati, cioè manutenzione e trasmissione dell’energia che è un altro dei nostri aspetti di portfolio rilevanti.

 

MS: Presentate delle novità per l’eolico?

EP: Come turbine nel mercato italiano abbiamo annunciato un nuovo prodotto, che stiamo lanciando proprio in questi giorni. Si tratta di una turbina innovativa, direct drive, che vuol dire che è realizzata con il 50 per cento dei componenti in meno rispetto a una turbina convenzionale, ha una potenza di 3.3 MW e un diametro 130 metri. E’ sicuramente una macchina adatta agli incentivi attuali, capace di offrire al cliente un buon ritorno.

 

MS: Si parlava dell’altra tipologia della vostra attività, cioè quella relativa alle trasmissioni. Cosa realizzate specificatamente?

EP: In questo settore la Siemens è uno dei leader di mercato in Italia, soprattutto per ciò che attiene la trasmissione di energia, quindi sottostazioni elettriche e servizi correlati, i punti di post vendita e quelli di manutenzione. Siamo in Italia da tantissimi anni ed abbiamo un Centro di eccellenza che si occupa specificatamente di sviluppare questo segmento.

 

MS: Torniamo all’eolico. In Italia questa tecnologia ha avuto negli ultimi tre anni serie difficoltà per i noti problemi politici, autorizzativi e territoriali. Qual è la visione della sua azienda rispetto a questo mercato e, specialmente, quali sono le prospettive che voi ritenete possa avere questo segmento in Italia nel breve-medio periodo?

EP: Sicuramente l’Italia, in termini eolici, è un mercato di notevole interesse per Siemens, uno dei principali a livello europeo. Va considerato che il nostro paese, insieme alla Spagna e alla Germania, costituisce uno dei tre principali mercati europei, almeno come potenza installata. Questo è sicuramente un dato importante per l’impostazione delle nostre strategie. È vero, però, che la gestione dell’eolico in Italia negli ultimi tre anni ha avuto tanti cambiamenti di direzione, ma con l’arrivo delle aste, che hanno dato un notevole contributo e uno stimolo al mercato portando la vera competizione. Sì perché ritengo che la competizione faccia sempre bene allo sviluppo di un settore e, se è misurata in modo uguale per tutti i concorrenti, può portare innovazione tecnologica e contenimento dei prezzi.

Per questi motivi la nostra visione sul futuro del mercato italiano non è così negativa.

 

Siemens: credere nel futuro dell’eolico italiano

 

MS: Quindi nessun rilievo alla situazione italiana…

EP: No, non esageriamo. Ciò che lamentiamo in Italia è la mancanza di una continuità nelle prospettive del mercato. Purtroppo manca ancora una normativa che dia la certezza, da oggi al 2020, su quelle che saranno le condizioni di sviluppo del settore e su quali regole verrà poi assegnata questa capacità di mercato. Questa è per noi una situazione di criticità anche perché la nostra azienda si muove su un budget annuale, a volte triennale, e mancando una prospettiva chiara è difficile immaginare una strategia di investimenti e sviluppo.

 

MS: Parliamo di tipologie di generatori. Al di là dell’ultima, che attualmente state lanciando, quali macchine sono maggiormente gradite al mercato italiano?

EP: Quattro anni fa abbiamo sviluppato, tra i pochi nel mercato, una innovazione radicale di prodotto. Siamo passati dalla turbina con moltiplicatore di giri all’introduzione di nuove turbine, chiamate appunto direct drive, che eliminano il moltiplicatore di giri e quindi riducono, come già accennato, del 50 per cento le parti rotanti. In tal modo si alleggerisce la turbina rendendola più efficiente. E questo è fondamentale in un mercato come quello italiano.

 

MS: costa anche meno rispetto ai prodotti di pari potenza…

EP: il costo al megawattora, che è poi il parametro a cui guardano gli investitori, è sicuramente più interessante, e quindi rende più attrattiva la turbina. Quello che è importante è che abbiamo esteso i diametri dei nostri rotori portandoci, unendo la tecnologia direct drive ai diametri più grandi, ad essere competitivi sul mercato italiano, che è un mercato a basse ventosità. Per cui oggi, secondo me, il prodotto di punta è la turbina 3 MW, con 113 metri di diametro. Ma adesso speriamo che questa nuova turbina, con diametro ancora più grande, possa dare un po’ di filo da torcere ai nostri concorrenti.

 

MS: Il settore del minieolico?

EP: È un segmento che noi guardiamo come trasmissione, come media tensione. Fino ad ora non ci siamo mai proposti come produttori.

 

MS: Parliamo della vostra presenza ad Ecomondo. Quali aspettative la sua azienda ha relativamente a questo importantissimo appuntamento e in che modo intende utilizzare questa opportunità per affermare i propri prodotti?

EP: La nostra presenza ad Ecomondo, anche in virtù del fatto che non ci sono ancora dei decreti per le capacità dei prossimi anni, è essenzialmente per dimostrare che siamo fortemente presenti nel mercato italiano, che vogliamo investire in questo contesto e, direi, per sensibilizzare le autorità e chi si occupa di dare una continuità al mercato, affinché l’Italia mantenga un ruolo principale nel settore eolico, come è sempre stato.