Gli obiettivi e i piani per tagliare le emissioni adottati da oltre 1.000 compagnie (il 20% del mercato globale) si fonderebbero su calcoli sballati e non porterebbero ai cali promessi
Parla il fondatore dell’iniziativa che ha creato i Science Based Targets
(Rinnovabili.it) – La principale iniziativa per fornire alle aziende dei piani di decarbonizzazione fondati su evidenze scientifiche, in realtà ha ben poco a che vedere con la scienza. La denuncia arriva direttamente da Bill Baue, uno dei fondatori nel 2012 della Science Based Targets initiative (SBTi) che si prefissa di aiutare l’universo delle aziende a rispettare l’accordo di Parigi. “Science Based Targets non è un approccio basato sulla scienza”, ha detto Baue a Climate Home News. “Credo in questo caso che SBTi stia mettendo il proprio interesse al di sopra degli interessi del pubblico”.
Baue è stato membro dell’advisory board di SBTi fino a poco tempo fa, ruolo che rende la sua critica ancora più ficcante. Il creatore dell’iniziativa porta dati ed evidenze per supportare le sue accuse. Lo fa in una email indirizzata all’Executive board di SBTi, che ha pubblicato anche sul suo account Medium, in cui indica una dopo l’altra tutte le storture dell’impianto scientifico alla base dei lavori dell’iniziativa.
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Si tratta del framework che viene usato per costruire i piani per raggiungere emissioni zero e per la neutralità climatica da parte di aziende e grandi corporations globali. Ma i calcoli su cui questi piani si basano sono sballati. E quindi non possono produrre gli effetti positivi sul clima che invece dichiarano. Così il rapporto annuale 2020: “le aziende con obiettivi basati sulla scienza hanno ridotto le loro emissioni combinate del 25% dal 2015, a fronte di un aumento del 3,4% delle emissioni globali da energia e processi industriali nello stesso periodo”. Secondo Baue, affermazioni come queste scricchiolano, o sono indimostrabili, o decisamente false.
Una rivelazione piuttosto allarmante, vista la stazza della SBTi. All’iniziativa partecipano oltre 1.000 aziende di tutto il mondo, che si occupano di 50 settori diversi. Tra queste, per fare solo alcuni nomi, colossi come Tesco e Siemens, ma anche l’italiana Enel. Nell’ultimo resoconto annuale, gli affiliati arrivavano a pesare per il 20% del capitale che si muove sui mercati globali. Ma questo numero è sicuramente da aumentare, visto che negli ultimi mesi si sono moltiplicate le compagnie che hanno fissato obiettivi climatici appoggiandosi a SBTi. La stessa iniziativa si compiaceva di ricordare che il numero di aziende è raddoppiato nel 2020 rispetto al periodo 2015-2019.
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