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La credibilità della Science-Based Target initiative vale 1.100 mld $

Science-Based Target initiative: quanto valgono le emissioni Scope 3?
Foto di Lucas George Wendt su Unsplash

BNEF calcola cosa cambierebbe per i mercati del carbonio senza i limiti della Science-Based Target initiative

Rilassare i criteri della Science-Based Target initiative sull’uso delle compensazioni di carbonio per le emissioni Scope 3 potrebbe aumentare il valore dei mercati volontari del carbonio fino a 1.100 miliardi di dollari entro il 2050. 550 volte più delle stime attuali, ferme a 2 mld $. Lo calcola BNEF pochi giorni dopo l’annuncio della probabile deregulation, che ha scatenato una rivolta interna alla piattaforma considerata più credibile al mondo nella certificazione dei piani di transizione delle aziende.

La Science-Based Target initiative in subbuglio sulle emissioni Scope 3

Il 9 aprile, il Board of Trustee di SBTi ha comunicato la decisione di far valere l’uso di crediti di carbonio rispetto al raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni Scope 3 delle aziende, quelle generate lungo l’intera catena di fornitura e dall’uso dei loro prodotti. Una scelta che non è stata fatta rispettando le regole interne della Science-Based Target initiative: i tecnici stanno ancora lavorando per creare degli standard tali per cui l’uso di questi carbon offset consenta, effettivamente, di abbattere in modo duraturo i gas serra.

“Comunicando ciò come una decisione presa dall’SBTi piuttosto che come una posizione del Board, il Board of Trustee compromette il lavoro in corso da parte del personale dell’SBTi per formulare raccomandazioni sull’uso considerato dei certificati di attributo ambientale (EAC)”, hanno attaccato i tecnici di SBTi in una nota ufficiale, sottolineando di non essere stati informati o consultati.

I mercati volontari del carbonio decollerebbero

Ad oggi, la Science-Based Target initiative permette alle aziende di usare le compensazioni di carbonio solo per le emissioni “residuali”. Le sue linee guida per net-zero impongono di ridurre le emissioni lungo tutta la catena del valore di almeno il 50% entro il 2030 e del 90% entro il 2050. Solo per il 10% restante, cioè le emissioni residuali, sono permessi accordi su carbon offset.

Una scelta, sostiene BNEF, che “limita fortemente sia la domanda che la sostenibilità a breve termine dei crediti”. Se si dovesse concretizzare la svolta di SBTi, la domanda annuale per le compensazioni di carbonio sui mercati volontari potrebbe raggiungere i 5,9 miliardi di tonnellate (dagli attuali 164 milioni di t), i prezzi potrebbero raggiungere un picco di 243 dollari/tonnellata (anche se non decollerebbero subito, passando dagli attuali 13 $/t a circa 20 $/t nel 2030) e il valore annuo potrebbe superare 1,1 trilioni di dollari a metà secolo, calcola BNEF.

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