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Rischio climatico, nel nuovo stress test la BCE lo anticipa di 40 anni

rischio climatico
Foto di Gino Crescoli da Pixabay

La prima analisi del rischio climatico risale al 2021

(Rinnovabili.it) – Un esame senza promossi e bocciati, ma fondamentale per trovare vulnerabilità, punti ciechi e priorità per le istituzioni finanziarie del continente di fronte al rischio climatico. Ieri la Banca Centrale Europea ha lanciato uno stress test che mette alla prova il livello di preparazione delle banche rispetto a possibili shock che derivano dal cambiamento climatico.

“Questo non è un esercizio da superare o da bocciare, né ha implicazioni dirette per i livelli di capitale delle banche”, ha spiegato l’istituzione con sede a Francoforte. “Ha lo scopo di identificare le vulnerabilità, le migliori pratiche e le sfide che le banche devono affrontare nella gestione del rischio legato al clima”. I risultati saranno resi noti il prossimo luglio.

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Per mesi la BCE ha avvertito gli istituti di credito di farsi trovare preparati. Ma nel suo nuovo stress test sul rischio climatico ha preferito calcare la mano il più possibile per scovare in fretta i punti deboli. Secondo anticipazioni di Bloomberg, l’esercizio contiene uno scenario di riferimento in cui gli shock climatici provocano una contrazione dell’economia europea dell’8% e un crollo del 45% in un solo anno per il valore degli edifici nelle aree esposte ad alluvioni.

Il test di quest’anno include anche previsioni specifiche sul prodotto interno lordo dei singoli paesi e sulle prospettive di vari settori industriali, con maggiore sofferenza nei settori ad alta intensità energetica. Tutte condizioni che, secondo i modelli attuali, si potrebbero presentare nel 2080 ma che la BCE sta ipotizzando diventino realtà con 40 anni di anticipo, nel 2040.

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Anche se non avranno conseguenze dirette per le banche europee, i risultati di questi test saranno fatti confluire in un processo di valutazione della solidità bancaria successiva, il Supervisory Review and Evaluation Process. Processo che potrà quindi avere un impatto indiretto sui livelli di capitalizzazione delle banche.

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