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Riforma ETS, via libera dal parlamento UE: -63% emissioni entro il 2030

ETS UE: è record dei prezzi, quote a 50 euro

La riforma ETS è passata con 439 sì, 157 no e 32 astenuti

(Rinnovabili.it) – Passa la riforma ETS dopo lo scivolone di due settimane fa a Strasburgo. Oggi il parlamento europeo ha votato di nuovo la modifica al mercato del carbonio, uno dei tasselli fondamentali del pacchetto legislativo Fit for 55 con cui l’UE punta a tagliare le emissioni di 55% entro la fine del decennio. La proposta, rimaneggiata rispetto alla versione che era affondata in plenaria il 9 giugno, ha incassato il supporto di PPE, S&D, Renew e Verdi. Il provvedimento è passato con 439 sì, 157 no e 32 astenuti.

Con la riforma ETS, l’Europarlamento chiede che il target 2030 di riduzione dei gas serra nei settori coperti dallo strumento salga al 63% rispetto al 61% proposto in origine dalla Commissione (valore ben più basso quello suggerito dagli eurodeputati più ambiziosi, -67%). Obiettivo più alto che riflette l’espansione degli ambiti inclusi nel mercato del carbonio: la riforma aggiunge il comparto navale, il trasporto stradale e gli edifici (questi ultimi due, però, hanno un’esenzione fino al 2029).

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Si rende poi più veloce il ritiro delle quote ETS su base annua, un meccanismo chiave per tenere stabili i prezzi della CO2 e per incentivare seriamente l’industria a investire nella decarbonizzazione. I permessi gratuiti resteranno fino a fine 2032 e il ritiro partirà nel 2027, un anno dopo rispetto alla proposta dell’esecutivo UE. Resta indebolita la riduzione una tantum delle quote ETS gratis: invece di far sparire subito, nel 2024, 117 milioni di permessi, la riforma ETS ne ritirerà 70 mln quell’anno e altri 50 mln nel 2026.

Oltre alla riforma ETS, la plenaria di Strasburgo ha dato luce verde anche ai provvedimenti collegati, che erano stati “congelati” provvisoriamente. Parliamo della tassa sul carbonio alla frontiera (Carbon Border Adjustment Mechanism, CBAM), con cui l’UE vuole difendere la sua industria dalla concorrenza meno verde dell’estero, e del Fondo sociale per il clima, un cassetto di compensazione per attutire l’impatto sugli europei delle nuove misure.

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Nonostante il compromesso al ribasso su alcuni aspetti chiave, la riforma ETS è passata anche con l’ok dei Verdi. “Sì, questo pacchetto è fit for 55, ma non è fit per gli 1,5 gradi, e questo dovremmo riconoscerlo tutti”, ha dichiarato in plenaria Bas Eickhout dei Verdi. “Questo non significa che non sosterremo il pacchetto: Noi, come Gruppo Verde, sosterremo il pacchetto, perché sappiamo che per ora il 55 è il punto in cui questa casa vuole stare. Ma usiamo questo anche come trampolino di lancio per fare di più per il clima, perché dobbiamo farlo”.

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