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Dal G7, luce verde al reporting climatico

L’iniziativa spinta dalla Gran Bretagna cerca di preparare il campo per raggiungere un accordo internazionale sulla finanza verde alla Cop26 di Glasgow del prossimo novembre

Reporting climatico: via libera dai paesi del G7
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Il reporting climatico diventa obbligatorio

(Rinnovabili.it) – La strada della finanza climatica verso la Cop26 inizia a essere in discesa. In vista dell’appuntamento di Glasgow, i ministri delle Finanze dei paesi del G7 hanno dato l’ok a una mezza rivoluzione. Via libera al reporting climatico, cioè l’obbligo per le aziende di inserire nella loro rendicontazione finanziaria gli impatti sul clima e sull’ambiente dei loro investimenti e delle attività della compagnia.

La decisione è arrivata durante l’ultima riunione del G7 del 4 e 5 giugno. Su iniziativa della Gran Bretagna, che si è intestata questa battaglia e che ospiterà anche la Cop26 il prossimo novembre. Una scelta che ha avuto una gestazione piuttosto lunga. E che non è arrivata ancora al suo punto finale.

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Il G7 ha fatto un passo avanti accogliendo le raccomandazioni della Taskforce on Climate-related Financial Disclosures (TCFD) globale. Quindi la palla passerà al G20, dove ci potrebbe essere un accordo simile. E poi si arriva al vertice sul clima in Scozia del prossimo autunno, dove sul tavolo c’è un accordo internazionale per elevare a standard globale il reporting climatico.

Quali sono le conseguenze della decisione del G7? Se l’accordo entrerà realmente in vigore, sarà uno strumento in più per valutare il comportamento delle aziende. Investitori, gruppi di pressione e semplici cittadini potranno valutare con più trasparenza l’operato delle compagnie anche rispetto a parametri come la protezione ambientale, la tutela degli ecosistemi, la perdita di biodiversità. L’idea è che o iniziative specifiche, o l’andamento del mercato, inizino a premiare chi è più virtuoso, trasformando in un costo un atteggiamento troppo negligente verso la natura.

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Questa iniziativa “contribuirà a mobilitare i miliardi di dollari di finanziamenti del settore privato necessari e a rafforzare la politica dei governi per soddisfare i nostri impegni verso emissioni nette zero”, si legge nel comunicato finale del vertice. “Sosteniamo il passaggio a informative finanziarie obbligatorie relative al clima che forniscano informazioni coerenti e utili per le decisioni per i partecipanti al mercato e che si basino sul quadro della Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD), in linea con i quadri normativi nazionali”, continua la nota congiunta. E chiude: “Gli investitori hanno bisogno di informazioni di alta qualità, comparabili e affidabili sui rischi climatici”.

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