Tre nuove categorie (più una) per superare l’attuale sistema basato su fondi ex articolo 8 / articolo 9. Obiettivo: garantire più trasparenza (contro il greenwashing finanziario) e coerenza ai prodotti finanziari che aspirano a essere classificati come sostenibili. È il contenuto della proposta di riforma del Regolamento SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation) presentata nelle scorse settimane dalla Piattaforma per la Finanza Sostenibile dell’UE (scarica la proposta in fondo all’articolo).
Come cambia il regolamento SFDR: la proposta della Piattaforma
Il nuovo regime di categorizzazione per i prodotti finanziari vuole semplificare la scelta dei prodotti sostenibili per gli investitori, soprattutto quelli di taglia piccola. E limitare o, meglio, prevenire, gli abusi (oggi diffusi) nelle descrizioni ESG dei fondi e degli altri strumenti finanziari.
Oggi il sistema è binario e si basa sulla distinzione tra prodotti a sostenibilità “debole” (articolo 8) o “forte” (articolo 9). I prodotti classificati come “Articolo 8” mettono in evidenza caratteristiche ambientali e sociali, integrando talvolta investimenti sostenibili, pur senza renderli il fulcro assoluto della strategia. Al contrario, i prodotti “Articolo 9” puntano dritto a un obiettivo chiaro e dichiarato: l’investimento sostenibile. Queste due etichette, però, non sono state pensate per essere tali e servire da bussola per gli investitori.
La proposta della Piattaforma vuole ristrutturare il sistema per creare categorie più chiare, dai perimetri netti, che possano effettivamente servire a questo scopo di orientamento degli investitori.
Nel dettaglio, la proposta contiene 4 categorie:
- sostenibile,
- transizione,
- raccolta ESG,
- non classificati.
Per ciascuna categoria, la Piattaforma propone:
- una descrizione,
- un elenco dei requisiti minimi,
- dettagli sulle esclusioni,
- un elenco di indicatori da misurare,
- indicazioni sui requisiti per il reporting.
“Le categorie proposte consentono di distinguere tra prodotti che possono essere ampiamente considerati sostenibili attraverso le loro soluzioni o pratiche (sostenibili); che promuovono la transizione verso un’economia sostenibile e a zero emissioni nette entro il 2050 (transizione); o che selezionano o escludono settori o aziende in base alle prestazioni ESG (raccolta ESG)”, sintetizza il documento.
La tabella seguente riassume gli elementi caratterizzanti per ciascuna delle 3 categorie di prodotti (tralasciando i non classificati), ai sensi della proposta di revisione del Regolamento SFDR:
Categoria | Descrizione | Requisiti | Esclusioni |
Sustainable | Include prodotti che contribuiscono a obiettivi ambientali o sociali specifici, con investimenti allineati alla Tassonomia UE o che soddisfano criteri di sostenibilità rafforzati. | – Una proporzione minima di investimenti deve essere sostenibile. – Definizione rigorosa di “investimenti sostenibili”, con standard scientifici per valutare l’impatto ambientale. – Elenco di esclusione obbligatorio basato sul “Paris-Aligned Benchmark”. | Investimenti di copertura e liquidità non contano per il calcolo della proporzione minima. |
Transition | Prodotti che investono in aziende o progetti con obiettivi di transizione ambientale, inclusi piani per ridurre le emissioni di carbonio o migliorare la sostenibilità. | – Investimenti in aziende con piani di transizione e obiettivi climatici basati su dati scientifici. – Riduzione del danno ambientale rispetto a benchmark esterni. – Monitoraggio e segnalazione dell’allineamento con i piani di transizione. | Elenco di esclusione basato sul “Climate Transition Benchmark”, che consente alcune esposizioni ai combustibili fossili. |
ESG Collection | Categoria più ampia che include fondi con caratteristiche di sostenibilità materiale, ma non abbastanza specifiche per rientrare nelle altre due categorie. | – Screening positivo e negativo basato su criteri ESG. – Miglioramento delle performance di sostenibilità rispetto a un benchmark o progresso anno su anno. – Riduzione dell’universo di investimento (es. del 20%) attraverso criteri ESG. | Applicazione del “Climate Transition Benchmark”. |
Rientrano tra i prodotti non classificati i prodotti che non soddisfano i criteri di una delle tre categorie o scelgono di non essere classificati. Ad essi si applicano le seguenti restrizioni:
- Non possono utilizzare caratteristiche ESG nel marketing.
- Devono riportare rischi di sostenibilità e dati di allineamento alla Tassonomia.
- Possono includere impegni ESG nella documentazione legale, ma senza riferimenti pubblicitari.
Scarica la proposta della Piattaforma per la Finanza Sostenibile