Il regolamento SFDR è usato già oggi, in via ufficiosa, come strumento di rating della sostenibilità dei fondi
Introdurre due nuove categorie di sostenibilità per i prodotti finanziari, etichettandoli come “sostenibili” e “di transizione”. E predisporre un indicatore di sostenibilità che permetta di classificare i fondi di investimento. Sono le due richieste avanzate dai supervisori europei dei mercati finanziari (ESA) alla Commissione UE per semplificare il quadro normativo degli investimenti ESG, aumentare la chiarezza dei prodotti per i consumatori, e limitare ulteriormente il rischio greenwashing. Le modifiche, chiedono le ESA, dovrebbero essere apportate al regolamento SFDR, le nuove regole comunitarie sull’informativa sulla sostenibilità dei servizi finanziari.
Cosa prevede il regolamento SFDR
Il regolamento SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation) è entrato in vigore nel 2021 e fa parte del piano d’azione dell’UE sulla finanza sostenibile. È un provvedimento che punta a fornire una definizione univoca e non ambigua di “sostenibilità” nell’ambito degli investimenti finanziari attraverso l’introduzione di obblighi di trasparenza da parte degli operatori che li gestiscono. Il regolamento SFDR è allineato e complementare alla tassonomia verde UE.
Nel dettaglio, l’SFDR richiede agli operatori finanziari di integrare i rischi di sostenibilità nei propri processi decisionali, e di tener conto dei principali impatti negativi che ne potrebbero derivare sui rendimenti dei prodotti finanziari. Sia per i rischi che per gli impatti, il regolamento SFDR fornisce delle definizioni chiare.
Nei fatti, il regolamento SFDR doveva solo migliorare la trasparenza in merito agli investimenti sostenibili, ma è stato usato come uno strumento per classificare i fondi (a seconda che ricadano sotto i requisiti dell’articolo 8 o dell’articolo 9).
Le modifiche chieste dalle ESA alle regole sugli investimenti sostenibili
Ed è proprio questo uno dei punti che le ESA affrontano con il parere congiunto pubblicato il 18 giugno. Per evitare “usi impropri”, le autorità di vigilanza consigliano alla Commissione “l’introduzione di un sistema di categorizzazione e/o di un indicatore di sostenibilità per i prodotti finanziari” che permettano un’informativa semplificata e consentano agli investitori di comprendere meglio il profilo di sostenibilità sottostante dei prodotti finanziari.
Le categorie introdotte, dettagliano le ESA, dovrebbero essere “semplici” e recare “criteri o soglie oggettivi” chiari, per identificare in quale categoria rientra il prodotto. Come livello minimo, l’UE dovrebbe introdurre due nuove categorie di prodotti, “sostenibili” e “di transizione”. Ma altre potrebbero vedere la luce. Quanto all’indicatore di sostenibilità, le ESA specificano che potrebbe riferirsi “alla sostenibilità ambientale, alla sostenibilità sociale o ad entrambe”, e dovrebbe avere lo scopo di illustrare agli investitori le caratteristiche di sostenibilità di un prodotto finanziario all’interno di una scala di valori.
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