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Nel Recovery plan stop finanziamenti a caldaie fossili

L'appello di Kyoto club e Legambiente: per centrare gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni del 55% in 10 anni serve puntare sulla decarbonizzazione del sistema energetico italiano anche attraverso la graduale ‘rottamazione’ dei dispositivi di riscaldamento a metano, gpl e gasolio

caldaie fossili
Foto di Michal Jarmoluk da Pixabay

di Tommaso Tetro

Le associazioni chiedono di vietare l’installazione di impianti inquinanti entro il 2025

(Rinnovabili.it) – “È necessario operare una distinzione tra sistemi di riscaldamento fossili e impianti “green” per regolare l’accesso al superbonus del 110%. Se la normativa non cambia, bisognerà escludere subito le caldaie a gas dalla proroga dagli incentivi prevista dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). E’ l’appello di Legambiente e Kyoto club che hanno anche lanciato la campagna di sensibilizzazione dal titolo esemplificativo, ‘Per la decarbonizzazione degli impianti di riscaldamento negli edifici’.

In alcuni Paesi europei come Svezia, Paesi Bassi e Regno Unito – spiegano le due associazioni – è “già stata stabilita la data entro la quale sarà vietato installare sistemi di riscaldamento da combustibili fossili. Ci auguriamo che la stessa scelta venga fatta anche in Italia”.

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Nello specifico la richiesta di Kyoto Club e Legambiente si fonda su sei punti. Primo: l’esclusione dal Pnrr dell’estensione del credito d’imposta del 110% per i sistemi di riscaldamento a combustibili fossili. Secondo: la revisione della legislazione sulla progettazione ecocompatibile e sull’etichettatura energetica sulle caldaie per garantire che nei piani di recupero italiani non siano inclusi regimi di sovvenzione per il riscaldamento a combustibili fossili e che sia incluso il riscaldamento da fonti rinnovabili. Terzo: vietare l’installazione di impianti fossili nei nuovi edifici. Quarto: eliminare gradualmente le caldaie per il riscaldamento a combustibili fossili attraverso il regolamento sulla progettazione ecocompatibile e una revisione dell’etichetta energetica. Quinto: puntare sulla digitalizzazione per migliorare la prestazione degli impianti. Sesto: vietare, dal primo gennaio 2025, l’installazione di impianti fossili e prevedere l’obbligo di installare esclusivamente impianti da fonti rinnovabili o che non producono emissioni inquinanti e climateranti.

“Se vogliamo centrare gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni del 55% in dieci anni – osservano Kyoto club e Legambiente – è necessario agire subito e puntare alla decarbonizzazione del sistema energetico italiano anche attraverso la graduale ‘rottamazione’ dei dispositivi di riscaldamento a metano, gpl e gasolio, a partire dai più inefficienti”.

Secondo un recente studio “il riscaldamento domestico è una delle principali cause di inquinamento urbano in Italia, ed è responsabile di oltre il 19% delle emissioni prodotte dal nostro Paese e il 60% di polveri sottili nelle aree urbane. In Italia sono installate più di 19 milioni di caldaie a gas e si stima che più di 7 milioni di esse siano antecedenti alla Direttiva sulle prestazioni degli apparecchi a gas, con il rischio di essere sostituite da altri impianti a gas, che sarebbero più efficienti, ma di non affrontare il problema dell’inquinamento locale e globale che producono”.

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Sul mercato esistono già diverse alternative ‘green’ e competitive dal punto di vista economico, come le pompe di calore – rileva il vicepresidente di Legambiente, Edoardo Zanchini, e il direttore del Kyoto club, Sergio Andreis quella del Superbonus è una strada certamente corretta, ma migliorabile. Gli oltre 20 miliardi destinati al provvedimento sono sovrastimati e sottraggono risorse fondamentali ad altre iniziative che vanno nella direzione della decarbonizzazione. Una parte degli incentivi potrebbero essere risparmiati limitandone l’erogazione a sistemi di riscaldamento che impiegano fonti energetiche rinnovabili”.