Federchimica ha presentato il 26° Rapporto Responsible Care, il documento che testimonia gli effetti dell’impegno volontario delle aziende chimiche a favore di salute, sicurezza e tutela ambientale
di Fabrizia Sernia
(Rinnovabili.it) – La chimica italiana non si è fermata durante la prima ondata pandemica da Covid-19 né si fermerà con la seconda ondata nel suo percorso di sostenibilità. Anzi, grazie all’apporto che ha potuto assicurare con i propri prodotti durante il lockdown di marzo – maggio alla collettività, al sistema sanitario, ai servizi essenziali, si rivela sempre più impegnata nell’obiettivo di una produzione sostenibile, guidata, come già aveva illustrato nel corso del 25^ rapporto Responsible Care, lo scorso anno, a Ecomondo, a Rimini, dal faro delle tre P: Persone, Pianeta, Prosperità. Sono queste stesse tre P, che ispirano quest’anno i risultati del 26^ Rapporto Responsible Care.
Il documento, che testimonia gli effetti dell’impegno volontario delle aziende chimiche a favore di salute, sicurezza e tutela ambientale, condiviso a livello mondiale, per migliorare le proprie performance, è stato illustrato ieri su piattaforma Internet. Risultati di un settore indispensabile e acceleratore di innovazione per il Paese, che hanno portato il presidente di Federchimica, Paolo Lamberti, ad affermare: “La Chimica non si è mai fermata e, grazie ai suoi prodotti essenziali, ha dato un fondamentale contributo alla gestione della pandemia. Forse per la prima volta da molto tempo, tutti abbiamo compreso l’indispensabilità della Chimica per la salute anzitutto, ma anche per il benessere e la qualità della nostra vita. Questo deve trasmetterci ancora più convinzione nel perseguire la sostenibilità dei nostri prodotti e dei processi produttivi delle nostre imprese”.
“Dopo una attenta riflessione (sui mesi drammatici che stiamo vivendo, ndr) – ha proseguito il presidente Federchimica – mi sono convinto che, tanto più quest’anno, sia significativo e importante discutere la sostenibilità sociale e ambientale del nostro settore. Con la concretezza e la trasparenza che da quasi trent’anni contraddistingue la Chimica su questo fronte, sentiamo l’esigenza di dare un segnale forte di continuità e impegno: il virus ha impattato sulle attività delle nostre imprese, ma non ci ha sconfitto e verrà superato. Il tema dello sviluppo sostenibile c’era prima, ci sarà dopo e sarà uno dei principali motori di innovazione e cambiamento del post-Covid: basti pensare alle politiche dell’Unione europea, dal Green Deal alle modalità di accesso al Recovery Fund”.
L’industria chimica continua ad essere uno dei settori manifatturieri più virtuosi in tema di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, ha affermato Filippo Servalli, Presidente del Consiglio Direttivo Responsible Care. “Gli infortuni e le malattie professionali rapportate alle ore lavorate, sono diminuite al ritmo medio annuo rispettivamente del 3,7% e del 5,4% negli ultimi nove anni. La Chimica ha già ridotto le emissioni di gas serra del 54% rispetto al 1990 e migliorato l’efficienza energetica del 48,6% rispetto al 2000: ciò significa che, di fatto, le imprese chimiche sono già in linea con gli obiettivi che l’Unione europea si è posta al 2020 e al 2030. Le imprese chimiche sono anche fortemente impegnate nel perseguire gli obiettivi dell’economia circolare; la quantità di rifiuti prodotti a parità di produzione è diminuita del 7,7% rispetto al 2017, mentre i rifiuti avviati a riciclo sono aumentati dal 23,2% del 2015 al 26,8% del 2019”.
Di qui la consapevolezza che l’industria chimica, “attraverso i suoi prodotti e le sue tecnologie, sarà fondamentale per lo sviluppo sostenibile del nostro Pianeta. Attraverso il Programma Responsible Care siamo pronti ad accompagnare le imprese chimiche in questo percorso a beneficio di tutta la collettività”. E se l’impegno dell’industria chimica, gli ha fatto eco il Presidente Lamberti, “non si ferma, perché l’industria chimica continua, oggi e in futuro, a investire in sostenibilità per confermarsi infrastruttura tecnologica a favore delle filiere a valle, senza penalizzare, anzi aumentando, la produttività”, le tre aziende premiate quest’anno dal programma Responsible Care – Federchimica, con un importante riconoscimento dell’eccellenza nella sostenibilità ambientale, costituiscono la prova plastica dell’impatto di un tale impegno.
Ad oggi sono 164 le imprese aderenti a Responsible Care e costituiscono un campione significativo dell’industria chimica in Italia , all’interno della quale rappresentano il 12% delle unità locali e ben il 56% del fatturato. “Significa – si legge nel Report – che partecipa all’indagine la quasi totalità degli stabilimenti produttivi di maggiori dimensioni e di conseguenza con i maggiori impatti sociali, ambientali ed economici, sia positivi sia negativi, del settore chimico”. Il Premio viene assegnato alle imprese che realizzano iniziative, programmi di miglioramento e buone prassi nelle otto aree manageriali del Programma Responsible Care: 1. Sicurezza e salute; 2. Ambiente; 3. Sicurezza prodotti; 4. Economia circolare; 5. Energia e cambiamenti climatici; 6. Stakeholder Engagement; 7. Digitalizzazione; 8. Security
Le otto aree del Programma Responsible Care in dettaglio
1. Sicurezza e salute – Miglioramento dei risultati e diffusione della cultura della sicurezza e della salute sui luoghi di lavoro.
2. Ambiente – Riduzione delle emissioni, uso sostenibile delle risorse, minimizzazione degli sprechi, prevenzione dei rifiuti e logistica sostenibile. Iniziative volontarie per proteggere, conservare e migliorare l’ecosistema circostante.
3. Sicurezza prodotti – Gestione efficace e trasparente del rischio chimico, inclusa la sostituzione di sostanze. Supporto alle imprese utilizzatrici e al cliente finale per migliorare la gestione delle sostanze chimiche.
4. Economia circolare – Sviluppo della durabilità e della riciclabilità dei prodotti. Integrazione del modello circolare nella progettazione del prodotto (ecodesign), nei processi di produzione e nei sistemi di utilizzo e riutilizzo.
5. Energia e cambiamenti climatici – Miglioramento dell’efficienza energetica; riduzione delle emissioni di gas serra lungo la catena del valore; preparazione al cambiamento climatico e implementazione di misure per la transizione verso una società sostenibile.
6. Stakeholder engagement – Comunicazione eccellente della sostenibilità, dialogo aperto costruttivo con i propri stakeholder, cooperazione con le Autorità nazionali e locali.
7. Digitalizzazione – Maggiore efficienza, trasparenza, tracciabilità e produttività lungo tutta la catena del valore e miglioramento della sicurezza sul lavoro, attraverso processi di digitalizzazione.
8. Security – Attività di prevenzione e protezione delle unità produttive e logistiche da azioni di terrorismo, sabotaggio e vandalismo.
IL PREMIO RESPONSIBLE CARE 2019 PER I MIGLIORI PROGETTI DI SOSTENIBILITÀ E’ STATO ASSEGNATO A
BASELL POLIOLEFINE S.r.l. per il progetto: MoReTec – Tecnologia per il riciclo molecolare della plastica
E’ uno dei progetti di Lyondell Basell per uno sviluppo sostenibile dell’industria della plastica. L’obiettivo ambizioso è quello di utilizzare, nell’ottica dell’economia circolare, una frazione mista dei processi di selezione post-consumo ricca di poliolefine e produrre nuovi e performanti materiali plastici. Il progetto, sviluppato su scala internazionale da LyondellBasell, vede coinvolto con un ruolo di grande rilievo il sito e il Centro Ricerche Giulio Natta di Ferrara, che ha realizzato il mini impianto pilota, chiamato MR6.
HENKEL ITALIA S.r.l. per il progetto: Lo sviluppo e l’utilizzo di imballaggi sostenibili
Henkel Italia ha eliminato il colore bianco degli imballaggi, per alcune linee di prodotto, passando ad una bottiglia completamente trasparente che, di conseguenza è possibile riciclare a fine vita in nuovi oggetti, trasparenti o colorati, senza i limiti che impone il colore bianco. La rilevante quantità di plastica, 600 tonnellate/anno, che cambia destinazione da subito, fa capire come l’economia circolare possa diventare realtà anche con interventi non particolarmente complessi dal punto di vista tecnologico, ma estremamente efficaci. Henkel Italia ha inoltre informato il consumatore sulla ragione di questo cambiamento con spiegazioni dettagliate in etichetta.
ROELMI HPC S.r.l. per il progetto: Linea di esteri sostenibili, biodegradabili e da fonte rinnovabile di origine locale
ROELMI HPC, all’interno di un modello di business sempre più in linea con i principi dell’economia circolare, ha dato vita ad una linea di esteri cosmetici con materie prime da fonti rinnovabili di origine locale, caratterizzati dal massimo rispetto della biodiversità, biodegradabilità testata e nessuna competizione con l’industria agroalimentare. Attraverso una partnership industriale, la catena di fornitura si basa su coltivazioni che permettono lo sviluppo dell’agricoltura locale, la valorizzazione del territorio e la conseguente riqualifica di terre marginali.