Rinnovabili • pandemia sfide green Rinnovabili • pandemia sfide green

Pandemia e sfide green: ecco le buone eco-pratiche per il cambiamento

La crisi del coronavirus può essere l'occasione per ripensare ad un futuro più sostenibile. Il dossier, presentato oggi dal Green City Network e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, spiega da dove ripartire

pandemia sfide green
Credits:Pop Nukoonrat by 123rf.com

(Rinnovabili.it) – La pandemia da coronavirus sta cambiando il mondo per come lo conosciamo. Un mutamento profondo che colpisce i macro-sistemi così come le abitudini quotidiane del singolo. La crisi sanitaria e quella economica ad essa a connessa, stanno mettendo in discussione modelli di consumo e stili di vita. E ricominciare come se nulla fosse, non sarà più possibile.

Nel contempo tuttavia la particolare situazione offre l’occasione per costruire qualcosa di nuovo, orientandoci verso una maggiore sostenibilità. A tracciare il percorso del cambiamento è oggi il Dossier “Pandemia e sfide green del nostro tempo”, presentato da Green City Network e Fondazione per lo sviluppo sostenibile in collaborazione con Ecomondo – Key Energy. Il documento offre ai cittadini una serie di buone eco-pratiche per sostenere le moderne sfide ecologiche. E lo fa partendo da quella che è la situazione attuale. 

Consumi e legami con la pandemia

Le vicende di questi giorni hanno messo in evidenza come sistemi colturali troppo aggressivi possano produrre influenzare negativamente gli equilibri ambientali e il benessere della popolazione mondiale; la progressiva trasformazione ed eliminazione di sistemi naturali, unita ad altri fattori quali il commercio incontrollato e spesso illegale di specie di fauna selvatica, è in grado di facilitare la trasmissione di organismi patogeni dagli animali all’uomo.

Leggi anche ONU: vietare i mercati di fauna selvatica per fermare le pandemie

Non solo. Il consumo di materiali nel mondo è cresciuto ad un ritmo doppio di quello della popolazione. Dal 1970 al 2017 la popolazione mondiale è aumentata di 2 volte: da 3,7 MLD a 7,5 MLD. Dal 1970 al 2017 il consumo mondiale di materiali è aumentato di ben 4 volte: da 26,6 a 109 Gt.

Economia circolare – Rifiuti

Il Dossier richiama la necessità di contenere i danni generati da questa pandemia al sistema di raccolta differenziata e di riciclo e fare in modo che non diventino permanenti. E’ necessario, sottolineano gli autori, preservare il carattere di servizio essenziale strategico della gestione dei rifiuti, soprattutto in un modello circolare di economia.

Leggi anche Gestione rifiuti e coronavirus: la crisi colpisce, serve nuovo approccio

“In questa pandemia occorre fare il possibile per evitare un crollo della raccolta differenziata e del riciclo dei rifiuti. C’è bisogno, in questo contesto di non perdere la bussola e tenere presente che per ogni 10 kg di materiale consumato, 6,5 kg sono di provenienza estera. L’economia circolare è, quindi, una scelta necessaria e conveniente per il futuro dell’economia dell’Italia”.

Energia e clima

Il crollo della domanda energetica sta generando una riduzione delle emissioni di CO2 nel breve periodo. Tuttavia questo calo non durerà dopo la crisi e non dovrebbe portare a sottovalutare l’impegno a lungo termine necessario per contrastare il riscaldamento globale e far avanzare la decarbonizzazione.

Leggi anche Emissioni di anidride carbonica: si prevede una riduzione del 5% e oltre

In questo contesto ridurre il peso ambientale del settore civile resta una priorità. I consumi medi di un’abitazione italiana sono ancora alti: 1,91 tep/anno, contro, ad esempio, i 1,66 tep/anno della Germania o i 1,58 tep/anno della Danimarca (i valori sono normalizzati rispetto alle condizioni climatiche medie europee)

Fanno peggio del Belpaese solo il Belgio (1,95 tep/anno) e il Lussemburgo (2,36 tep/anno).

Mobilità Sostenibile

Le città sono praticamente prive di traffico da quando il coronavirus ha costretto tutti a restare a casa. “Per evitare che a crisi finita si ritorni al traffico congestionato e inquinante delle nostre città si deve approfittare per aprire una riflessione sul modello di mobilità urbana e su come cambiarlo quando il coronavirus se ne sarà andato”. La situazione attuale spinge anche a riflettere sui fattori che determinano le scelte di mobilità, come ad esempio l’utilità dello spostamento, la scelta tra diverse possibili modalità in base all’efficienza, le alternative allo spostamento.

Leggi anche Veicoli elettrici 2020, il coronavirus colpisce: -43% nelle vendite