La riforma del nuovo patto di bilancio UE proposta dal think tank Bruegel esclude gli investimenti verdi – negli ambiti indicati da una tassonomia europea ad hoc – dal calcolo del deficit e del debito. Così si tiene insieme consolidamento di bilancio e aumento della spesa per il clima
Il nuovo patto di bilancio UE deve portare gli investimenti verdi al 2% del pil
(Rinnovabili.it) – L’Europa deve cambiare le regole che imbrigliano la politica fiscale dei Ventisette o può scordarsi di raggiungere gli obiettivi del pacchetto Fit for 55. E, di conseguenza, di rispettare l’accordo di Parigi. Il nuovo patto di bilancio UE deve portare gli investimenti verdi al 2% del pil. Di questi, 1/3 deve arrivare dai bilanci statali. Tutto questo, però, in una stagione in cui il consolidamento fiscale resta e deve restare una priorità. E le esperienze del passato mostrano che quando si prova a tenere a bada il deficit, gli investimenti calano.
Una green golden rule per l’UE
Per aggirare questo probabile ostacolo, l’Unione europea deve ritoccare il nuovo Fiscal compact inserendo una “green golden rule”. Una regola d’oro “verde” che permetta di “escludere gli investimenti verdi netti dagli indicatori fiscali utilizzati per misurare il rispetto delle regole fiscali”. La proposta l’ha formulata il think tank Bruegel, in un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Climate Policy.
“I nostri calcoli mostrano che, anche sfruttando il ritmo di consolidamento fiscale più lento possibile consentito dalle norme fiscali dell’UE, sarà necessario uno sforzo costante di consolidamento fiscale. La sfida principale sarà come consolidare i deficit aumentando al contempo gli investimenti verdi. L’evidenza suggerisce che nell’attuale quadro fiscale non sarà possibile raggiungere questo obiettivo”, spiega Zsolt Darvas, prima firma dell’articolo.
Infatti “gli investimenti pubblici tendono a essere tagliati nelle fasi di consolidamento fiscale”. Per questo, nel nuovo accordo sulle regole fiscali comuni, “devono essere trattati in modo diverso nelle regole di bilancio”. Da questo punto di partenza, gli autori formulano la proposta per non azzoppare gli investimenti verdi proprio nel decennio decisivo per il contrasto della crisi climatica. Nonostante il dibattito sul nuovo patto di bilancio UE sia inevitabilmente orientato dal boom di spesa pubblica dovuto alla pandemia e all’impatto della crisi energetica. Due fattori che frenano l’adozione di più flessibilità, chiesta da molti paesi UE.
Una tassonomia verde per il nuovo patto di bilancio europeo
Nel mix di interventi di policy fiscale per non perdere di vista gli obiettivi climatici, i Ventisette devono mettere in campo anche ritocchi alle spese e alla tassazione per incentivare investimenti privati. Oltre a metter mano ai sussidi fossili, assolutamente da eliminare. Tutti questi strumenti dovrebbero avere come bussola una lista di priorità per gli investimenti verdi – una sorta di tassonomia – decisa a livello UE in cui si elencano gli ambiti in cui il volume di investimenti non viene contato come deficit e debito.