Accordo in commissione Ambiente a Strasburgo sul nuovo ETS
(Rinnovabili.it) – C’è l’accordo in Europarlamento per il nuovo ETS che dovrà affiancare il mercato del carbonio già in vigore. Ma la misura, introdotta con il pacchetto legislativo Fit for 55 e tassello importante dei piani climatici europei, esce molto ridimensionata rispetto alla proposta iniziale.
Come è fatto il nuovo ETS per trasporti ed edifici su cui la commissione Ambiente di Strasburgo ha trovato la quadra ad ampia maggioranza? Di base, è passata la proposta di compromesso architettata dal rapporteur, il popolare tedesco Peter Liese. Il sistema entrerà in vigore ma seguendo due binari distinti. Per le attività commerciali partirà dal 2025, quasi in linea con il testo licenziato dalla Commissione che prevedeva il via nel 2024 per mandare il sistema a regime l’anno successivo.
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Invece per i privati il nuovo ETS sarà introdotto molto più tardi: addirittura nel 2029. E solo “se alcuni criteri saranno stati soddisfatti”, riporta in modo scarno il comunicato di Liese. Tra i quali l’unico che viene citato è la necessità di verificare di nuovo nel 2026 se l’accordo in parlamento regge. Altrimenti, sarà ulteriormente modificato. Altra novità: ci sarà un tetto ai prezzi del nuovo ETS, massimo 50 euro per tonnellata di CO2.
“Questa parte del compromesso è dolorosa, ma è lo spirito di un compromesso che prevede un dare e un avere”, dichiara Liese. “Sebbene sia deluso per non aver potuto ottenere una data anticipata, sono soddisfatto delle altre misure che abbiamo concordato: un tetto ai prezzi, una limitazione del passaggio dei costi alle grandi compagnie petrolifere e un avvio anticipato del Fondo sociale per il clima. Il Fondo sociale per il clima, tuttavia, sarà significativamente più piccolo perché il campo di applicazione è più limitato”.
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L’accordo raggiunto oggi dovrà essere convalidato da un voto in plenaria a Strasburgo a inizio giugno. Poi partirà la fase di negoziato con il Consiglio. Dove molti paesi sono contrari anche solo all’introduzione di un ETS parallelo per timore che aggravi la povertà energetica degli europei. Vista la crisi dei prezzi elettrici e la guerra in Ucraina, gli argomenti per frenare l’entrata in vigore del nuovo mercato del carbonio non mancano.