L’esecutivo UE fa buon viso a cattivo gioco e apre sulla nuova tassonomia verde
(Rinnovabili.it) – Più voce in capitolo per gli Stati membri, ma con discussioni ancorate saldamente ai dati. Tempi più lunghi per il confronto nei gruppi di lavoro tecnici e più flessibilità da parte della Commissione. Sono i capisaldi dell’approccio con cui Bruxelles prova a rimettere sui binari giusti la nuova tassonomia verde, dopo mesi di ritardi, intoppi e veti incrociati.
La nuova tassonomia verde dovrà stabilire quali investimenti sono considerati sostenibili e quali no. Dal contenuto di questo documento dipende in parte la traiettoria della transizione energetica dei Ventisette e l’aderenza della politica europea ai dettami del Green Deal.
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Finora la Commissione si è dovuta scontrare con l’opposizione di almeno un terzo dei paesi membri. I malpancisti, soprattutto dall’Europa dell’est, vedono come fumo negli occhi la posizione dell’esecutivo UE su gas e nucleare, fonti che giudicano essenziali perché la loro transizione sia senza troppi scossoni. Il salto dal carbone alle rinnovabili è troppo ambizioso e si tradurrebbe in una macelleria sociale, sostengono.
Due tentativi sono andati a vuoto, con le bozze di novembre 2020 e aprile 2021 bocciate in tempo record dalla fronda (qui tutti i dettagli sulle proposte precedenti). L’esecutivo UE adesso prova a cambiare approccio. Tutto ruota attorno ai lavori della Piattaforma sulla finanza sostenibile, il gruppo di esperti che funziona da “motore” della nuova tassonomia verde. Bruxelles ha deciso di offrire agli Stati membri più spazio nelle discussioni tecniche dei vari gruppi di lavoro tematici. Uguale spazio e prerogative saranno offerte anche al parlamento europeo.
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Cosa cambia, nella sostanza? Cambia molto, visto che la Commissione è disposta a rimettere in discussione quasi tutto. Compresi quei nodi cruciali da cui dipende l’ambizione del nuovo regolamento europeo sulla finanza sostenibile, come i valori soglia per il gas, il ruolo del nucleare, i criteri per le bioenergie. È un approccio più partecipato, per così dire, visto che la nuova bozza dovrebbe nascere da un confronto serrato con i paesi membri. La Commissione spera di vincere le loro resistenze e di de-politicizzare il dibattito tenendo al centro i dettagli tecnici.
“Una delle cose che la Commissione propone è che ci sia uno scambio tecnico più profondo tra la piattaforma e gli Stati membri”, così da trovare un’intesa sulle evidenze empiriche prima che le proposte raggiungano le fasi finali del negoziato politico. Lo ha spiegato Nathan Fabian, coordinatore della Piattaforma, a Euractiv. “Gli Stati membri saranno in grado di esprimere alcune delle sfide della transizione economica che stanno affrontando” e suggerire come la nuova tassonomia verde può sostenerle.