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Bruxelles fa melina sul nucleare nella tassonomia verde

Il JRC aveva dato l’ok pochi mesi fa. Ma quel parere era impostato male, non come richiesto dal principio di precauzione che era il cardine della valutazione. Lo scrive un comitato chiamato da Bruxelles a dare l’imprimatur alla valutazione del JRC. L’energia dall’atomo non è ancora considerabile un investimento sostenibile

Nucleare nella tassonomia verde: l’UE prende tempo
Foto di LEEROY Agency da Pixabay

Tutto da rifare sul nucleare nella tassonomia verde

(Rinnovabili.it) – Serve più tempo, studi più approfonditi, pareri più ponderati. E intanto? Intanto la definizione del ruolo del nucleare nella tassonomia verde può aspettare. Anzi: deve aspettare, perché le valutazioni espresse finora hanno usato un approccio che non è davvero in linea con il principio di precauzione.

Lo sostiene lo SCHEER (leggi qui il parere, in inglese), un comitato di esperti a cui l’Unione Europea si è rivolta per mettere la parola fine sull’introduzione o meno dell’energia dall’atomo nella nuova politica sugli investimenti che si possono considerare sostenibili.

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Il comitato ha passato al vaglio il parere tecnico che aveva espresso il Joint Research Centre, il centro di ricerca in-house dell’UE. Al JRC, Bruxelles aveva delegato una delle decisioni più importanti – e politicamente scivolose – di tutta la tassonomia verde. Questa nuova politica determinerà la traiettoria della transizione energetica del continente. Le fonti di energia ammesse potranno ricevere finanziamenti pubblici, le escluse saranno penalizzate.

Il dibattito più acceso è sul gas, che sta spaccando esattamente a metà l’Europa. I paesi dell’est lo vogliono per poter abbandonare il carbone senza troppi scossoni, senza cioè dover saltare dalla lignite all’eolico in pochissimo tempo. E oltre al gas, puntano anche sul nucleare.

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Bruxelles aveva chiesto al JRC di valutare se il nucleare nella tassonomia verde può rientrare, e quindi se rispetta il principio di precauzione. La formula standard suona così: via libera all’inserimento se la forma di energia “non causa un danno significativo” all’ambiente. Il JRC, dopo qualche mese, aveva dato l’ok: le emissioni di CO2 del nucleare sono basse, quindi tutto regolare. Ma restava il nodo delle scorie radioattive e del loro possibile impatto ambientale nel corso dei secoli.

Il comitato SCHEER ha tirato il freno a mano. Motivo? In realtà, spiegano gli autori della valutazione, il JRC ha dato un parere in cui fa una comparazione tra nucleare e altre fonti di energia. E ne conclude che il primo è “meno dannoso” delle altre. Che sarà pur vero, ma questo approccio comparativo – continuano i valutatori dello SCHEER – non dice nulla sulla pericolosità in termini assoluti, come invece richiede il principio di precauzione. A forza di far melina, di passaggio in passaggio, la palla (anzi, il cerino) adesso torna in mano alla politica.