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Mercato globale del carbonio: l’Onu vuole regole comuni entro il 2021

Mercato globale del carbonio
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Aumenta la pressione politica per creare un mercato globale del carbonio

(Rinnovabili.it) – Stop alle attività del Clean Development Mechanism (CDM). Almeno finché gli Stati non si metteranno d’accordo su regole comuni e daranno vita a un mercato globale del carbonio. E’ la decisione con cui il consiglio dell’organismo creato dall’Onu prova ad aumentare la pressione sui leader mondiali in vista di uno dei temi più importanti che saranno discussi alla COP26 di Glasgow, a novembre 2021.

Il CDM è stato creato con il Protocollo di Kyoto del 1997 e permette ai paesi più ricchi, che hanno fissato dei tetti alle emissioni, di tagliare dal computo finale i gas serra risparmiati in paesi terzi grazie a progetti sostenibili. L’organismo Onu provvede a co-finanziare questi progetti. In questo modo, il CDM incentiva la riduzione globale delle emissioni. Ma è anche una scorciatoia molto comoda per quei paesi che non vogliono investire seriamente nella transizione ecologica.

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Il Palazzo di Vetro quindi ha scelto di bloccare l’approvazione di nuovi progetti da parte del CDM per dare nuova linfa all’azione climatica globale. Il meccanismo in realtà continuerà a registrare le nuove proposte di progetti, ma non darà il via libera finale né procederà al co-finanziamento. Quindi, gli Stati non potranno usare i progetti per abbattere le loro emissioni. L’Onu sbloccherà la situazione solo a una condizione: che le nazioni trovino regole comuni per creare un mercato globale del carbonio. Al più presto, questo accadrà alla COP26 di Glasgow, che si terrà nel novembre 2021.

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Il mandato del CDM scade formalmente alla fine del 2020. Molti gruppi industriali hanno esercitato pressioni sul board dell’organismo perché si decidesse di estendere il periodo di attività senza condizioni. Di contro, il mondo dell’ambientalismo si è detto contrario perché quella scelta avrebbe indebolito l’azione climatica. La soluzione individuata è una via di mezzo: non cancella del tutto il CDM, ma ne vincola la sopravvivenza a un livello maggiore di impegno nella lotta al cambiamento climatico.

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