di Tommaso Tetro
(Rinnovabili.it) – E’ tempo di grandi cambiamenti per le obbligazioni ‘verdi’, i cosiddetti green bond. Il prossimo anno infatti il mercato globale delle obbligazioni verdi crescerà di 300 miliardi di euro, fino a raggiungere 1.000 miliardi di euro nel 2021. E’ questa la stima di Nn Investment Partners (Nn Ip) che tiene in considerazione la pubblicazione della versione finale del Green bond standard dell’Unione Europea, e il fatto che l’Ue inizierà a emettere obbligazioni verdi a partire dal secondo trimestre per un importo pari a 225 miliardi di euro; e allo stesso tempo molti governi inizieranno ad emettere obbligazioni verdi nel 2021.
L’emissione totale di obbligazioni verdi nel 2019 – viene spiegato – è stata di 200 miliardi di euro ed è sulla buona strada per essere all’incirca la stessa quest’anno. Nel 2021 Nn Ip prevede un aumento del 50% delle emissioni, portando il totale del mercato globale delle obbligazioni verdi a 1.000 miliardi di euro. La tassonomia dell’Ue e i Green bond standard dell’Ue saranno il primo motore dell’impennata del mercato obbligazionario verde nel 2021, derivante dal Piano d’azione sostenibile dell’Ue per finanziare la crescita economica sostenibile. In base alla tassonomia dell’Ue, un’attività si qualifica come ‘sostenibile’ o ‘verde’ se contribuisce in modo sostanziale a uno o più dei sei obiettivi ambientali o consente ad altre attività di dare un contributo sostanziale, non danneggia in modo significativo altri obiettivi ambientali e rispetta le garanzie sociali e di governance.
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Il Green bond standard dell’Ue richiede che l’attività economica che un’obbligazione finanzia sia allineata con la tassonomia dell’Ue. Per Nn Ip la finalizzazione della prima versione della nuova tassonomia Ue e dei Green bond standard dell’Ue avrà un impatto positivo a lungo termine sull’integrità e la trasparenza del mercato delle obbligazioni verdi europei e fungerà da modello per la regolamentazione in altre regioni.
Questo perché standardizzerà e renderà più professionale il mercato delle obbligazioni verdi, ormai in rapida maturazione; allo stesso tempo aumenteranno i livelli di consapevolezza sul fatto che le attività economiche siano ecocompatibili e su come possono effettuare la transazione a diventare più sostenibili, e fornirà agli investitori una panoramica sempre più dettagliata di ciò in cui stanno investendo, consentendo loro di fare scelte più informate; fornirà agli emittenti maggiori indicazioni su come identificare le attività o gli asset verdi. Per questo Nn Ip ritiene che questo provvedimento legislativo possa essere considerato un catalizzatore per la crescita del mercato globale delle obbligazioni verdi; cosa che dovrebbe incoraggiare i settori in ritardo come quello industriale a entrare nel mercato con emissioni di obbligazioni verdi.
Ma attualmente il mercato è dominato da emittenti finanziari, di servizi pubblici e governativi. Queste nuove normative – spiega Jovita Razauskaite, portfolio manager green bond, Nn Ip – “annunciano quello che potrebbe essere un decennio di spartiacque per la mitigazione dei cambiamenti climatici, con l’Europa in testa con l’obiettivo di essere neutrale dal punto di vista delle emissioni di carbonio entro il 2050. L’Esg e la finanza verde stanno davvero entrando nel mainstream; il mercato delle obbligazioni verdi sarà ampiamente visto come una grande opportunità”.
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Nelle previsioni di Nn Ip si parla anche di come gli sviluppi del mercato delle obbligazioni verdi saranno stimolati da diversi Paesi che intendono emettere le loro obbligazioni verdi inaugurali nel 2021, tra cui Italia, Spagna, Regno Unito, Danimarca, Ucraina e Slovenia. Nel complesso le emissioni verdi governative sono ampie e significative rispetto agli anni precedenti. Infine, l’emissione di nuove obbligazioni dal Next Generation Eu, di cui 225 miliardi di euro sono dedicati a progetti ambientali tra il 2021 e il 2023, amplierà la quota sovranazionale dell’universo obbligazionario verde globale. E’ probabile – viene spiegato – che “l’Ue inizierà a emettere queste obbligazioni nel secondo trimestre del 2021 per sostenere i piani nazionali di ripresa e di resilienza dei Paesi membri”.