Dopo gli 8 pilot sub-regionali, il mercato del carbonio cinese diventa nazionale
(Rinnovabili.it) – A 10 anni di distanza dal lancio dei primi progetti pilota su scala ridotta, la Cina dà una dimensione nazionale al suo mercato del carbonio. Il 1° febbraio è la data scelta da Pechino per far entrare in vigore le regole per lo scambio delle quote di carbonio su scala paese. Un passo fondamentale verso la creazione di un ETS maturo.
Un passo, quello compiuto oggi, che era atteso da anni. Pechino infatti aveva promesso a più riprese di volersi dotare di un suo mercato del carbonio, imitando l’ETS europeo. Aveva però sempre tergiversato, fino all’accelerazione iniziata lo scorso autunno. L’annuncio del presidente Xi Jinping di impegnarsi a raggiungere la neutralità climatica entro il 2060 e a toccare il picco emissivo entro il 2030 hanno marcato un cambio di passo.
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Accelerazione nei fatti che però non è ancora stata seguita dai necessari adeguamenti legislativi. L’ETS cinese infatti entra in vigore sulla base di un regolamento stilato dal ministero dell’Ambiente. Che ha un peso legislativo basso. Lo ha riconosciuto lo stesso vice ministro dell’Ambiente Zhao Jingmin, spiegando che punta a far approvare una “legge sul cambiamento climatico” che incorpori l’ETS nazionale, in modo da dargli una cornice giuridica più robusta e appropriata.
Il mercato del carbonio entrato in vigore oggi, quindi, è ancora una versione intermedia, non definitiva. Il passo in avanti è la copertura nazionale. Da oggi 2.225 aziende elettriche situate in tutto il paese devono fare i conti con limiti di emissioni di CO2 prefissati e possono scambiare le loro quote di carbonio sul mercato.
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In questa fase iniziale è coinvolto solo il comparto energetico, ma in futuro l’ETS cinese potrebbe toccare altri settori ad alta intensità di emissioni come cemento, acciaio, alluminio, chimico e petrolchimico. Altro aspetto certo non secondario: le quote inizialmente vengono assegnate in modo gratuito. E il tetto non ha un valore assoluto ma è misurato in termini di intensità di carbonio per unità di PIL.
Per evitare distorsioni immediate del mercato e semplificare il primo monitoraggio, le autorità hanno optato per togliere la possibilità di scambiare titoli derivati e futures, almeno in questa fase iniziale. Rispetto al progetto originario, poi, un’altra modifica intervenuta riguarda le aste: le autorità si riservano di tenerle con frequenze da decidere in base allo sviluppo del mercato, così da non inondarlo immediatamente di quote facendo collassare i prezzi.