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Come riformare il rating del credito per favorire gli investimenti in resilienza climatica

Investire resilienza climatica: come riformare il rating del credito
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Modificare la struttura profonda del sistema di rating del credito per rendere possibile investire in resilienza climatica. Anche per quei paesi che si trovano tra l’incudine dell’alta vulnerabilità climatica e il martello delle ristrettezze di budget. È una delle proposte per innovare la finanza e renderla più “a prova di clima” in discussione in sede Onu, in un percorso che si concluderà a giugno 2025 con la conferenza Financing for Development (FfD), in Spagna.

Di cosa si tratta? Cosa significa modificare il rating del credito? Che impatto può avere? A queste domande prova a rispondere un recente briefing dell’International Institute for Environment and Development (IIED), che si concentra sugli Stati insulari in via di sviluppo (SIDS) ovvero uno dei gruppi di paesi che meglio rientra nella doppia trappola del clima e della scarsa solidità finanziaria.

Investire in resilienza climatica: come riformulare il rating?

Tempeste tropicali, inondazioni, erosione costiera e innalzamento del livello del mare. Eventi climatici estremi sempre più frequenti e imprevedibili. Sono gli impatti dei cambiamenti climatici a cui i SIDS sono altamente vulnerabili, già oggi.

Per fronteggiarli, questi paesi avrebbero bisogno di agibilità finanziaria: poter attirare capitali e investimenti a condizioni vantaggiose. La realtà è un’altra: i SIDS sono penalizzati dai sistemi di rating creditizio che guardano più i rischi che le opportunità e limitano gli investimenti in resilienza climatica.

I sistemi di rating, oggi:

Risultato? Si innesca una spirale deleteria. Per investire in resilienza climatica questi paesi si indebitano. Con meno risorse non possono svilupparsi in modo armonico. Mentre il climate change aggiunge danni e oneri (peggiorando i rating). Danni che i SIDS possono affrontare solo con nuovo indebitamento. Solo 13 su 39 SIDS hanno un rating sovrano, spesso a causa dei costi elevati e delle complessità burocratiche, nota l’IIED.

Come cambiare rotta? Le grandi agenzie di rating dovrebbero cambiare modalità con cui valutano questi paesi, integrando sia i rischi climatici che le opportunità. Nel dettaglio, si tratterebbe di creare un nuovo modello di rating che bilanci rischi e opportunità, riconoscendo il potenziale economico di investimenti in resilienza climatica e crescita sostenibile. Come? Sviluppando un indice apposito che valuti più accuratamente le interazioni tra fattori di rischio e di protezione.

Non solo. Si tratterebbe anche di integrare nelle metodologie di rating delle clausole di sospensione o esclusione in caso di disastri climatici, per evitare penalizzazioni che inneschino spirali negative. Secondo i calcoli di IIED, in questo modo i rating medi dei paesi SIDS potrebbero migliorare da 6,59 a 8,91, stimolando una crescita del pil dal -0,79% al +3,52%.

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