Gli investitori istituzionali con i portafogli più pesanti non sfruttano pienamente il loro potenziale per influenzare le politiche climatiche. I loro investimenti sostenibili potrebbero essere di più e migliori. Come cambiare rotta? Trasparenza, impegno a favore del contrasto al cambiamento climatico e più coerenza tra obiettivi dichiarati e azioni sono le priorità.
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Investimenti sostenibili, il potenziale non sfruttato da assicurazioni e fondi pensione
È quello che emerge da un rapporto di InfluenceMap sugli investimenti sostenibili, che passa al vaglio le più grandi compagnie assicurative e fondi pensione del mondo. Per un valore complessivo di 17.000 miliardi di dollari.
Il risultato? Solo pochi investitori istituzionali stanno sfruttando la loro posizione di rilievo per promuovere politiche climatiche coerenti con percorsi scientifici verso lo zero netto, mentre la maggioranza sta evitando di assumersi responsabilità in questo ambito.
I proprietari di asset possono influenzare il cambiamento delle politiche climatiche attraverso due principali strategie, suggerisce InfluenceMap:
- Gestione del lobbying delle società partecipate
- Monitorare e gestire direttamente le attività di lobbying sul clima svolte dalle società in cui investono.
- Delegare questa gestione ai gestori patrimoniali esterni.
- Advocacy diretta sulle politiche climatiche
- Agire in prima persona per promuovere politiche climatiche, intervenendo direttamente.
- Collaborare con associazioni di settore per esercitare pressione politica e sostenere iniziative in linea con gli obiettivi climatici.
Secondo l’analisi di InfluenceMap, ben il 73% degli investitori si ferma a un punteggio molto basso (D+ o inferiore) nella valutazione sull’impegno nelle politiche climatiche. Risultato che deriva soprattutto da mancata trasparenza.
Ciò non toglie che molti soggetti (22 su 30) abbiano assunto l’impegno per net zero. Tuttavia, appena il 43% menziona l’impegno sulle politiche climatiche nelle proprie strategie. E appena 6 investitori integrano l’impegno climatico in modo sistematico. Sei soggetti su 10, poi, pubblicano solo statistiche riassuntive (o nessuna informazione) sulla loro gestione.
“Sebbene sia incoraggiante vedere alcuni proprietari di asset che gestiscono attivamente aziende e gestori patrimoniali nella lobby climatica e si impegnano in una solida advocacy politica diretta, queste entità rappresentano solo una frazione del settore”, spiega Cleo Rank di InfluenceMap. “Non impegnandosi, molti proprietari di asset stanno cedendo la loro influenza ad associazioni di settore più attivamente impegnate che spesso si battono contro cambiamenti significativi”.