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Investimenti sostenibili, una categoria “ambra” per il gas in tassonomia

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La nuova tassonomia UE sugli investimenti sostenibili è stata presentata il 2 febbraio

(Rinnovabili.it) – Il gas europeo? Non è verde ma “ambra”. Le nuove regole europee sugli investimenti sostenibili vanno cambiate. Inserendo una categoria in più. Una sorta di “limbo” che rispecchi la natura di transizione di certe fonti energetiche. Facendo così intravedere, all’orizzonte, un momento in cui la transizione energetica le dovrà abbandonare.

È la raccomandazione principale che la Piattaforma europea per la finanza sostenibile, un organismo composto da esperti e portatori di interesse di diversa provenienza (pubblico, privato, società civile, industria) dà alla Commissione europea per correggere il tiro sulla tassonomia verde. Il secondo atto delegato della tassonomia, pubblicato a inizio febbraio, ha dato l’ok al nucleare e al gas. Orientando così le scelte della finanza e degli operatori economici, oltre che influenzando la politica energetica dei Ventisette. Ma sul gas bisogna cambiare rotta, sostiene l’organismo di consulenza.

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Secondo la Piattaforma europea per la finanza sostenibile, il problema non è il gas in quanto tale. “Non c’è una posizione anti-gas qui. Pensiamo solo che i criteri non siano abbastanza buoni”, ha spiegato Nathan Fabian, a capo della Piattaforma. Il testo licenziato poco più di 40 giorni fa, infatti, ha subito limature e rimaneggiamenti fino all’ultimo. E proprio i criteri per etichettare come sostenibile una centrale a gas sono stati rilassati. Troppo, spiega Fabian: alcuni impianti vengono bollati come verdi anche se hanno alti livelli emissivi.

Per questo, pur senza squalificare il gas in quanto tale, è bene fare una distinzione ulteriore. Oggi la tassonomia verde dà la patente alle centrali a gas in tre modi diversi. Sono sostenibili tutti gli impianti che emettono meno di 100gCO2e/kWh, senza alcun limite temporale. Rientrano in tassonomia anche le centrali che emettono meno di 270gCO2e/kWh per anno. Oppure, terzo criterio, i siti che emettono una media annuale inferiore a 550gCO2e/kWh, calcolata però su base ventennale. Proprio questi ultimi sono “sospetti” perché devono “mantenere le promesse” solo due decenni dopo aver ottenuto finanziamenti agevolati.

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Con una categoria “ambra”, il sistema di classificazione degli investimenti sostenibili europeo si doterebbe della “migliore opzione per descrivere le transizioni multiple su molteplici obiettivi ambientali per molteplici settori economici, che dobbiamo ora abbracciare”, ha concluso Fabian.

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