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Investimenti sostenibili, Banca d’Italia ha tagliato l’intensità di carbonio del 58% in 4 anni

Investimenti sostenibili: Banca d’Italia, portafoglio sempre più verde
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Dal 2020, Banca d’Italia adotta una strategia più calibrata sugli investimenti sostenibili

Banca d’Italia dedica sempre più attenzione agli investimenti sostenibili. Nel percorso intrapreso dal 2020 con l’acquisto di obbligazioni ESG, la loro quota nel portafoglio finanziario è cresciuta fino a raggiungere il 4% per i titoli di Stato, il 24% per i titoli sovranazionali e delle agenzie, e il 5% per le obbligazioni societarie. Lo comunica via Nazionale nel Rapporto annuale sugli investimenti sostenibili e sui rischi climatici sul 2023, pubblicato a fine giugno.

Investimenti sostenibili, il portafoglio di Banca d’Italia è sempre più verde

Dati che testimoniano i progressi della strategia di investimento ricalibrata in modo da integrare in modo strutturale l’analisi dei rischi economico-finanziari con i rischi climatici, le carenze nella gestione degli impatti ambientali e sociali e il profilo di governance.

“Nel corso del 2023 è stato ampliato il portafoglio tematico costituito nel 2022 – incentrato su imprese dell’area dell’euro impegnate in attività strumentali per la transizione verso un’economia a basse emissioni – ed è continuato il dialogo con le aziende responsabili di gran parte delle emissioni di gas serra riferibili al portafoglio azionario”, sottolinea il rapporto.

Di riflesso, l’anno scorso l’intensità carbonica del portafoglio azionario diretto misurata tramite l’indice Weighted Average Carbon Intensity (WACI) è calata del 4% rispetto al 2022. Ed è del 38% inferiore rispetto all’indice rappresentativo del mercato di riferimento. Dall’avvio del nuovo corso improntato a una maggior centralità della finanza sostenibile, il calo dell’intensità di carbonio è del 58%. Sul fronte delle obbligazioni societarie, grazie al continuo acquisto di obbligazioni ESG l’indicatore segna, tra 2020 e 2023, un calo analogo del 49%. Anno su anno la riduzione è dell’11%.

La strategia, sottolinea Banca d’Italia, non usa come criterio la progressione dello storico delle emissioni di gas serra degli attori economici e finanziari su cui valuta di investire. Ai risultati già conseguiti, via Nazionale preferisce puntare, per ciascun settore, sulle aziende che hanno piani di transizione più ambiziosi. Gli impegni di decarbonizzazione delle imprese sono quindi la bussola utilizzata per favorire una transizione ordinata verso un’economia a basse emissioni.

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