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L’OCSE prepara la ghigliottina per gli investimenti privati nel carbone

Il piano dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico dovrebbe essere presentato il prossimo novembre alla Cop29 di Baku. L’idea è allineare le maggiori economie mondiali sullo stop alla finanza privata per la fonte fossile più inquinante, uno dei principali “salvagente” per il carbone. Tra 2021 e 2023, le 638 banche principali a livello globale hanno elargito 470 miliardi di dollari all’industria del carbone e solo 1 su 5 ha ridotto la sua esposizione al settore dal 2016 a oggi

Investimenti privati carbone: il piano OCSE per cancellarli
Foto di Dominik Vanyi su Unsplash

Verso linee guida internazionali per gli operatori finanziari sugli investimenti privati nel carbone

Nel 2023 la capacità installata di carbone a livello mondiale è cresciuta ancora, del 2% sull’anno precedente. Se il phase out stenta a procedere al ritmo necessario non è solo per il peso specifico della Cina – che da sola è responsabile per oltre il 60% delle nuove centrali entrate in funzione e dei progetti avviati. Dietro la crescita ci sono altri due fattori: i volumi di investimenti privati nel carbone e il rallentamento della chiusura degli impianti più vecchi o non economicamente sostenibili.

È su questi due punti che vuole far leva l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) promuovendo un piano da presentare alla Cop29 di Baku il prossimo novembre, appoggiato dalle maggiori economie mondiali.

Frenare gli investimenti privati nel carbone

Lo stop ai finanziamenti della fonte fossile più inquinante sono ormai un dato acquisito – almeno su carta – sul versante pubblico. G7, G20, istituzioni multilaterali e diplomazia climatica internazionale si sono impegnati da anni per il phase out (o phase down, nella formulazione della Cop26) del carbone facendo leva soprattutto sullo stop alla finanza pubblica per la generazione elettrica da questa fonte. Ben diverso è il quadro degli investimenti privati nel carbone, dove le iniziative sono principalmente guidate dai requisiti ESG e da dinamiche di mercato. Tra 2021 e 2023, calcolava un rapporto di Urgewald pubblicato a maggio, le 638 principali banche mondiali hanno elargito 470 miliardi di dollari all’industria del carbone, e solo il 20% ha effettivamente ridotto la sua esposizione a questa fonte fossile dal 2016.

L’OCSE punta a creare un piano che diventi lo standard internazionale di riferimento in materia. La bussola è la necessità di bloccare gradualmente i nuovi finanziamenti ai progetti esistenti e pianificati, inclusi quelli diretti alle imprese attive nella costruzione delle infrastrutture necessarie. Nel programma dovrebbero essere proposte delle linee guida per investitori, banche e assicurazioni su come uniformare l’approccio al carbone.

L’altra gamba del piano consiste nel sostituire il disinvestimento dagli asset con il finanziamento della loro chiusura anticipata. In questo modo, l’OCSE mira ad accelerare l’addio al carbone, evitando che gli asset restino sul mercato, e propone una roadmap per rimpiazzare la capacità di carbone ritirata con il finanziamento a fonti di energia pulita.

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About Author / Lorenzo Marinone

Scrive per Rinnovabili dal 2016 ed è responsabile della sezione Clima & Ambiente. Si occupa in particolare di politiche per la transizione ecologica a livello nazionale, europeo e internazionale e di scienza del clima. Segue anche i temi legati allo sviluppo della mobilità sostenibile. In precedenza si è occupato di questi temi anche per altri siti online e riviste italiane.