Da settembre 2021 a oggi Pechino ha messo nel cassetto progetti per 12,8 GW. Un nuovo regolamento approvato il mese scorso potrebbe cancellare altri 37 GW. Per ora sopravvivono certamente centrali per quasi 20 GW
Pechino ha promesso nel 2021 lo stop agli investimenti nel carbone all’estero
(Rinnovabili.it) – Lo stop agli investimenti nel carbone all’estero promesso dalla Cina a fine 2020 finora ha portato alla cancellazione di 15 centrali, pari a 12,8 GW di capacità installata. Le nuove linee guida potrebbero congelarne quasi il triplo. Ma la Belt & Road di Pechino è tutt’altro che ripulita: progetti per più di 50 GW possono ancora procedere senza ostacoli. Lo rivela un’analisi del Centre for Research on Energy and Clean Air (CREA).
A dicembre 2020 il ministero dell’Ambiente cinese aveva diramato nuove linee guida che “sconsigliavano fortemente” nuovi investimenti nel carbone all’estero nell’ambito del maxi-progetto di Pechino per proiettare globalmente la sua influenza economica. L’ufficialità era poi arrivata a settembre 2021, quando il presidente Xi Jinping aveva promesso di fronte all’assemblea generale dell’ONU di interrompere ogni forma di finanziamento in questo settore fuori dal territorio nazionale.
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Ma restava dell’ambiguità: nuovi progetti sono esclusi, ma cosa succede a quelli il cui iter è già incamminato, anche se solo in fase preliminare? Secondo i calcoli del CREA, da settembre a oggi la Cina ha cancellato 15 progetti pari a 12,8 GW. Con le nuove linee guida pubblicate il mese scorso dalla Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma (NDRC), potrebbero fermarsi altri 32 progetti per un totale di 37 GW. In pratica, sarebbe potenzialmente messo nel cassetto circa 1/3 di tutti gli attuali investimenti nel carbone all’estero.
Tuttavia, “19,2 GW (18 progetti) rimangono in una zona grigia dell’impegno e potrebbero ancora andare avanti”, si legge nel rapporto di CREA. Di questi, “11,2 GW sono progetti che si sono assicurati i finanziamenti e i permessi necessari ma devono ancora entrare in costruzione”, mentre “altri 8 GW sono progetti di carbone vincolato proposti legati ai complessi di nichel e acciaio della Belt & Road in Indonesia e considerati una priorità del governo”.
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