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Investimenti fossili, la Banca mondiale non ha fatto retromarcia

Investimenti fossili: la Banca mondiale ha messo 15 mld $ anche dopo il Paris agreement
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Dal 2016 ha accumulato almeno 14,8 miliardi di dollari di nuovi investimenti fossili

(Rinnovabili.it) – Da quando è in vigore il Paris agreement, la Banca mondiale ha accumulato almeno 14,8 miliardi di dollari di nuovi investimenti fossili. Anche dopo l’uscita, nel 2018, del rapporto dell’IPCC sulla rotta da seguire per rispettare l’obiettivo degli 1,5°C. Dove si dice chiaramente che entro il 2030 è necessaria una riduzione dell’uso di carbone del 78%, insieme a un calo del petrolio del 37% e del gas del 25% rispetto ai livelli del 2010. Ma la World Bank ha continuato a concedere prestiti e sovvenzioni a raffinerie, gasdotti, terminal per l’import di Gnl, centrali a gas.

“Questi progetti rappresentano un sostegno ai progetti sui combustibili fossili in un momento in cui, dal punto di vista politico, scientifico e nella realtà, la necessità di disinvestire dai combustibili fossili e investire nelle energie rinnovabili pulite sarebbe stato ovvio”, afferma un nuovo rapporto di Big Shift Global appena uscito. E sono anche in contraddizione con la policy ufficiale della World Bank, che prevede lo stop agli investimenti fossili.

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Tra i progetti più grandi dove la Banca mondiale ha degli investimenti fossili diretti spicca il TANAP, il gasdotto che porta in Europa, attraverso la Turchia, il gas del giacimento azero di Shah Deniz. Dalla Banca è arrivato 1,1 miliardi di dollari in garanzie sui prestiti, permettendo al progetto di andare avanti. Tutto ciò, nonostante la valutazione della Banca stessa prevedesse molti risvolti negativi: il TANAP, scriveva nell’assessment, rischia di “avere impatti sociali e ambientali negativi potenzialmente significativi, diversi, irreversibili o senza precedenti. La costruzione del gasdotto e dell’infrastruttura associata potrebbe potenzialmente comportare diversi impatti ambientali e sociali negativi”.

E ancora: un prestito per espandere la capacità di stoccaggio gas della Turchia, nel 2018 (600 mln di dollari), più capacità petrolchimica in Bangladesh (357 mln), una centrale a gas e un terminal per l’import di Gnl presso il porto di Açu in Brasile.

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Big Shift Global chiede all’istituzione di Bretton Woods di “porre fine a tutti i finanziamenti diretti e indiretti ai combustibili fossili e promuovere un’equa transizione che allontani i combustibili fossili e le industrie ad alta intensità di carbonio”.

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