Il Piano di Confindustria-Federbeton sulla transizione ecologica. L’industria è “pronta a mettersi in gioco, ma il percorso non è privo di ostacoli. Il primo rischio è quello di perdere competitività rispetto alle industrie dei Paesi extra Ue"
di Tommaso Tetro
(Rinnovabili.it) – L’industria del cemento e del calcestruzzo è pronta a investire 4,2 miliardi di euro in un percorso condiviso sulla decarbonizzazione. Questo quanto emerge dal convegno di Confindustria-Federbeton dedicato alla transizione ecologica.
L’industria – si fa presente – è “pronta a mettersi in gioco, ma il percorso non è privo di ostacoli: alla decarbonizzazione sono legati investimenti importanti e l’aumento dei costi di produzione. Il primo rischio è quello di perdere competitività rispetto alle industrie dei Paesi extra Ue, che non sono soggette alle stesse normative ambientali”. Diventa allora “fondamentale che i meccanismi di protezione ipotizzati dalla commissione Europea entrino in funzione il prima possibile e con valori adeguati”.
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E’ per questo che Federbeton ha elaborato la ‘Strategia per la decarbonizzazione’; un piano per la transizione ecologica e gli obiettivi da raggiungere entro il 2030 e al 2050. Viene per esempio ipotizzata “l’adozione di tecnologie di transizione a ridotto impatto di CO2, l’applicazione su larga scala di tecnologie per la cattura della CO2 ad uno stato avanzato di maturità, secondo le indicazioni dell’Europa con un impatto, in termini di investimenti, di circa quattro miliardi di euro per il raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050”.
“La filiera del cemento e del calcestruzzo vuole essere uno dei protagonisti della transizione ecologica – osserva il presidente di Federbeton, Roberto Callieri – per affrontare la sfida della decarbonizzazione, le imprese si sono dotate di una strategia che, da qui al 2050, prevede investimenti per un totale di 4,2 miliardi di euro, oltre agli extra-costi operativi pari a circa 1,4 miliardi all’anno. Solo con adeguati e immediati strumenti di supporto si potrà impedire il depauperamento del tessuto industriale, preservare la competitività della filiera e scongiurare la delocalizzazione delle emissioni. Occorre condividere una nuova cultura ambientale, basata sul dialogo e non più sulla contrapposizione preconcetta a qualsiasi scelta dell’industria”.
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Secondo Federbeton “queste azioni comportano investimenti da parte delle aziende e determinano anche un aumento dei costi operativi. In particolare, si prevedono: 4,2 miliardi di euro di investimento, 1,4 milioni di euro annui di extra-costi operativi”. Viene allora proposto, “al di là dell’impegno del settore per la decarbonizzazione” che ci sia “il supporto delle istituzioni e un contesto economico e culturale favorevole. Senza adeguate e immediate misure di sostegno l’industria del cemento è concretamente a rischio”.