Nel white paper pubblicato da WEF sono presentati i nuovi standard globali per l'impatto climatico delle catene di valore delle aziende.
Come gestire il rischio dell’impatto climatico delle aziende?
(Rinnovabili.it) – Il World Economic Forum (WEF) partorisce un quadro comune per la trasparenza delle aziende nel riportare il loro impatto climatico. Il consesso di Davos cerca di mettere ordine in un ambito dove regna il caos. Per tutti gli aspetti prettamente finanziari il processo è standard a livello globale. Ben diversa la situazione per quanto riguarda la cosiddetta governance ambientale, sociale e aziendale (ESG), cioè i tre fattori centrali nella misurazione della sostenibilità e dell’impatto sociale di un investimento. L’ESG finora è sempre stato una babele di misure, cifre, standard di riferimento assortiti.
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“L’obiettivo qui è di distillare da migliaia di tipi di misurazioni un certo numero di temi che serva da linea di base”, ha spiegato Maha Eltobgy, capo degli investimenti per il WEF. Un lavoro che ha i cambiamenti climatici al centro. Infatti è stato innescato dalla crescita di attenzione degli investitori finanziari per i mutamenti del clima e i loro impatti. Crescita dettata dalla necessità di gestire il rischio in modo più accurato e ‘dare conto’ dei mutamenti del pianeta in atto.
Lo riconosce in apertura il white paper pubblicato da WEF dove sono presentati i nuovi standard globali, elaborati insieme ai ‘Big Four’ dell’accounting KPMG, Deloitte, EY e PwC. Il contesto in cui le aziende operano oggi è trasformato dal cambiamento climatico, si legge, oltre che da tensioni sociali, dalla pandemia di covid-19 e dalle crescenti aspettative rispetto al ruolo delle corporation.
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Il risultato dello studio, cui hanno contribuito anche altri 200 soggetti tra aziende globali, investitori e altri portatori d’interesse, sono due serie di indicatori. La prima comprende gli standard principali e in qualche modo più consolidati, perché molte imprese li includono nei loro report annuali dando una misura del loro impatto climatico. Il secondo gruppo di indicatori ne contiene invece 34, meno diffusi ma più accurati perché restituiscono un’immagine più ampia dell’impatto lungo l’intera catena di valore.