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I proventi del mercato del carbonio Ue? Usati soprattutto per inquinare

Più di metà delle emissioni ETS sono state coperte da permessi gratuiti alle industrie pesanti. Tanto che il vero prezzo medio della CO2 negli ultimi 9 anni non è 14 euro ma appena 6,58. E solo il 57,8% dei proventi ETS va in spesa per clima ‘genuina’

Mercato del carbonio: in 9 anni, l’Ue regala 100 mld ai grandi inquinatori
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Un rapporto del Wwf analizza i dati del mercato del carbonio Ue nel 2013-2021

(Rinnovabili.it) – Dal 2013 all’anno scorso, i paesi Ue hanno regalato quasi 100 miliardi di euro all’industria sotto forma di permessi gratis per inquinare. Una somma più alta di quanto le capitali europee abbiano incassato nello stesso periodo dall’ETS, cioè 88,5 mld euro. Quando si tratta del mercato del carbonio una mano toglie, l’altra dà. E mentre il denaro passa dalle casse statali al portafoglio delle aziende più inquinanti, viene affossato il principio ‘chi inquina paga’ che dovrebbe innervare tutte le politiche Ue.

A fare i conti sulla performance del mercato del carbonio europeo è il Wwf nel rapporto ‘Where did all the money go?’, Dov’è finito tutto il denaro? La costanza con cui i paesi Ue hanno elargito permessi gratis per inquinare fa sì che il 53% delle emissioni ETS sotto esame siano state coperte dalle quote gratuite.

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Risultato? Il mercato del carbonio è distorto, il meccanismo che dovrebbe garantire incentivi alla decarbonizzazione si inceppa. Un numero su tutti: in quei 9 anni il prezzo medio della CO2 è 14 euro, ma di fatto gli sconti all’industria lo hanno abbassato a un magrissimo 6,58 euro. Anche l’altro caposaldo del funzionamento dell’ETS non gira a dovere. In teoria, i proventi servirebbero per finanziare decarbonizzazione e misure contro la crisi climatica. Nei fatti, non succede.

Degli 88 mld raccolti solo 7 su 10 finiscono su queste voci di spesa, mentre il 25% viene impiegato per la spesa generale dei governi. E anche la quota verde non è così ‘solida’: 12 miliardi, infatti, finiscono in progetti che hanno un impatto neutro o addirittura negativo sul clima. D’altronde, in questa voce rientrano anche i finanziamenti alle infrastrutture per il gas. Solo il 57,8% dei proventi ETS va in spesa per clima ‘genuina’.

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“Questa analisi dimostra che nell’ultimo decennio il sistema ETS si è basato sul principio ‘chi inquina non paga’, con miliardi e miliardi di entrate perse che i Paesi dell’UE avrebbero invece potuto investire nella decarbonizzazione industriale”, commenta Romain Laugier del Wwf e autore principale del rapporto, pubblicato mentre l’Ue sta per approvare il testo definitivo della riforma dell’ETS. E suggerisce a Bruxelles di “eliminare gradualmente le quote gratuite il prima possibile”, e nel frattempo “assicurarsi che le aziende che le ricevono rispettino condizioni rigorose per la riduzione delle loro emissioni”.