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Green economy, l’Italia batte la Germania “in maniera inconsapevole”

Secondo i dati del rapporto Ambiente in Europa 2014, il Belpaese consuma meno risorse, meno energia e rilascia meno emissioni rispetto alla Germania. Una leadership ambientale conquistata involontariamente

green economy(Rinnovabili.it) – La partita Italia-Germania si gioca anche sulle politiche ambientali e il terreno della sfida è il rapporto Ambiente in Europa 2014. Il dossier annuale di Legambiente, curato da Duccio Bianchi e Roberto della Seta e presentato ieri a Roma nel palazzo della Fnsi, confronta i due paesi sotto il profilo dell’evoluzione “ambientalista”. I due curatori hanno diviso il lavoro in due parti: la prima, cui ha lavorato Della Seta, approfondisce le ragioni storiche e culturali che hanno portato alla sostanziale scomparsa dei Verdi dalla scena politica italiana. La seconda parte del volume, vidimata da Bianchi, analizza invece la crescita della green economy italiana, che sta avvenendo nonostante l’indifferenza della politica.

Per dare una prospettiva europea ai numeri, viene fatto il parallelo con il sistema economico tedesco. Se il luogo comune vorrebbe l’Italia nettamente sconfitta, il rapporto mostra che così non è. Superiamo la Germania per efficienza nell’uso di energia e risorse, possiamo vantare un forte aumento delle rinnovabili dal 2005 ad oggi e ci difendiamo bene anche sull’efficienza energetica. Le emissioni inquinanti sono minori rispetto alla Germania, mentre crescono le vendite di biciclette. Il Belpaese, insomma, è vivo e compete con i migliori d’Europa, ma lo frenano ancora troppe debolezze: dal tasso di occupazione tra i più bassi nel vecchio continente alla mobilità privata (preferita a quella pubblica), dai troppi rifiuti che ancora finiscono in discarica al consumo di suolo che divampa di anno in anno. Le colpe della classe dirigente sono imperdonabili, sostiene il rapporto, che attribuisce tutti i meriti dei successi ottenuti a dinamiche indipendenti dalle politiche pubbliche. In questa chiave, Roberto Della Seta parla di «importanti risultati raggiunti in maniera inconsapevole. È mancata una precisa scelta strategica e lungimiranti politiche ambientali: gli obiettivi che abbiamo raggiunto derivano dalla capacità di massimizzare l’impiego delle risorse e dall’adozione di stili di vita più sostenibili nel periodo della crisi».

 

Promossi per consumo di materia e basse importazioni, ma troppi RSU in discarica

Cosa dicono i dati? Dall’analisi degli indicatori emerge che l’Italia consuma e importa meno materia. I tedeschi hanno abbattuto il consumo assoluto del 6%, abbinandolo a una crescita della produttività del 21%, eppure è qui che si registrano i progressi più vistosi dell’Ue: Il nostro Paese infatti ha tagliato il consumo assoluto del 23%, mentre la produttività delle risorse registra un +35%. Le materie importate in Germania sono aumentate di 100 milioni di tonnellate tra il 2000 e il 2010, in Italia sono invece diminuite di 2 milioni. Inoltre siamo leader europeo nell’industria del riciclo, in particolare per il riciclo dei metalli ferrosi, plastica, tessili. Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti urbani, invece, abbiamo ancora molta strada da fare. Le percentuali di riciclaggio sono 19,7% per l’Italia e 45,3% per la Germania, nel compostaggio e digestione anaerobica 11,8% e 17,2%, nell’incenerimento 16,5% e 36,9%. Ma il peggio deve ancora venire: il Belpaese tratta in discarica 46,3% dei RSU contro lo 0,5% tedesco.

 

Consumi energetici e fonti rinnovabili

Sul fronte energetico, nel 2013 i consumi lordi di energia primaria hanno registrato un calo, rispettando il trend degli ultimi anni, ma gas naturale e petrolio coprono ciascuno ancora il 35%. Dalle fonti rinnovabili arriva il 15% del fabbisogno, un dato in crescita ma ancora minimale. L’aumento della produzione di energia rinnovabile va a braccetto con la maggiore efficienza energetica. Miglioramenti si registrano anche nella quota di rinnovabili nei consumi elettrici che si attesta al 39% contro il 23,5% della Germania. Nel settore elettrico, l’Italia è il terzo produttore europeo. Infine registriamo un primato anche al capitolo emissioni. Nel 2012 in Italia si sono registrati circa 355 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 dai consumi energetici, mentre in Germania la cifra è doppia.

 

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Consumo di suolo e abusivismo: due piaghe mitigate dalla riscossa del biologico

Per quanto riguarda il consumo di suolo, l’Italia esce sconfitta dal confronto a causa delle politiche urbanistiche che hanno assecondato le speculazioni. Secondo il Cresme, tra il 1982 e 2012 sono state realizzate oltre 1,3 milioni di case abusive (circa un quinto del patrimonio edilizio). A brillare è invece la stella dell’agricoltura biologica: in Italia l’8,5% di territori agricoli è stato convertito (o è in via di conversione), in Germania la percentuale è del 6,1%.

 

Troppe auto e scarso servizio pubblico: le origini del male

Per la prima volta nel 2013 il tasso non aumenta il numero di auto per abitante, anche se il nostro Paese resta in cima alla classifica europea con 610 veicoli ogni 1.000 persone. La Germania ne conta 525 e la media Ue 483. Anche il trasporto pubblico, tuttavia, resta al palo. Segnali positivi arrivano dalle vendite annuali delle biciclette e dal successo dei servizi di bike e car sharing. In Italia nel 2012 sono state vendute 1,6 milioni di bici contro però i 3,9 tedeschi. I programmi di bike sharing sono attivi in 102 città italiane contro le 47 germaniche. Il punto, come sottolinea Duccio Bianchi, è che «si tratta di un dato da interpretare. Infatti, solo tre città hanno più di 500 bici in condivisione. Serve a poco essere il terzo paese al mondo, dopo Cina e Spagna, per quantità di nuclei urbani con progetti di bike sharing,se poi i mezzi sono pochi».

Spetta alla politica farsi carico non solo dei progetti di mobilità sostenibile, ma più in generale di un rilancio di buone pratiche e iniziative in grado di traghettare l’Italia fuori dalla crisi con una visione “green”. Toccherà ancora  ai Verdi, vecchi e nuovi, rimboccarsi far sentire la propria voce per sollecitare un cambio di rotta?