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Bill Gates lancia BEV, il fondo miliardario per la ricerca energetica

Tra diffusione delle tecnologie pulite e  R&S, i miliardari della Breakthrough Energy Coalition scelgono la seconda, lanciando un nuovo fondo d’investimento per l’innovazione

L’ossessione di Gates e compagni: 1 mld per la ricerca energetica

 

(Rinnovabili.it) – Oltre un miliardo di dollari per aumentare il finanziamento della ricerca energetica e ridurre le emissioni globali di gas serra. Questo lo slogan con cui Bill Gates e molti dei miliardari della Breakthrough Energy Coalition, hanno lanciato ieri il prezioso fondo Breakthrough Energy Ventures (BEV). Si inizierà con un miliardo di dollari, disponibile a partire dal 2017, per aumentare il budget e sostenere per vent’anni gli investimenti nell’innovazione tecnologica pulita. Nessun settore sarà lasciato fuori: dalla produzione all’accumulo energetico, dai trasporti all’edilizia, dall’agricoltura ai processi industriali.

 

Ricerca e Sviluppo sono diventati il pallino fisso del gruppo di tycoon che coinvolge big del calibro di Mark Zuckerberg (Facebook), Jack Ma (Alibaba) e Jeff Bezos (Amazon). La coalizione si è formata nel 2015 e il neo fondo d’investimento non è solo la prima azione pratica messa in campo, ma anche il primo strumento del più ricco gruppo di investitori mai riuniti sotto un’unica causa ambientale. “Abbiamo bisogno di energia conveniente e affidabile che non emetta gas a effetto serra per alimentare il futuro e per farlo, abbiamo bisogno di un modello diverso per investire nelle buone idee e spostandole dal laboratorio al mercato”, ha commentato Gates.

 

L’ossessione di Gates e compagni: 1 mld per la ricerca energetica

 

Alla base della creazione del fondo c’è tuttavia l’idea che solo i governi abbiano le risorse adatte per investire nella ricerca di base, attraverso laboratori governativi e finanziamenti per la ricerca universitaria. Determinate sarà quindi anche il dialogo con la nuova amministrazione USA e, nonostante le affermazioni di Trump finora abbiano creato varie incertezze sul futuro della spesa pubblica per l’R&S nell’energia pulita, il fondatore di Microsoft rimane positivo “Per fortuna l’idea che la ricerca sia un buon affare non è partigiana”.

 

Non è un caso che sia questo il settore che attira di più gli sforzi d’investimento, lasciando in un angolo un’altra area altrettanto fondamentale: la diffusione delle tecnologie esistenti. L’impegno di Gates (e non solo) rifiuta a priori l’idea di prendere in considerazione entrambi gli aspetti. Il dialogo parte sempre dallo stesso assioma: “abbiamo bisogno di tecnologie più efficienti e meno costose per portare a termine con successo la decarbonizzazione”.

Peccato che se si tratta di fornire nuova energia elettrica al mondo in via di sviluppo, tutte le tecnologie rinnovabili di cui abbiamo bisogno esistono già e possono essere distribuite a costi inferiori rispetto ai combustibili fossili. Evidenza lampante che i due obiettivi possono essere perseguiti allo stesso tempo e con la stessa dedizione.