Pronta un’azione legale se passa il gas in tassonomia verde
(Rinnovabili.it) – Se il parlamento europeo dirà di sì al gas in tassonomia verde, siamo pronti a trascinare la Commissione in tribunale. Lo hanno annunciato alcuni europarlamentari alla vigilia dell’importante voto sul regolamento per gli investimenti considerati sostenibili e agevolati, previsto per questa settimana. Europarlamentari di un certo peso come Sirpa Pietikainen o Paul Tang, due dei negoziatori del provvedimento.
Se la tassonomia verde riceverà il via libera “il Parlamento cercherà sicuramente di andare in tribunale... Sosterremo che va contro la legislazione primaria e ci batteremo sicuramente per questo”, ha spiegato Tang a Reuters, riferendosi alle fonti supreme del diritto europeo tra cui i trattati fondativi. “Se si dovesse arrivare a questo punto, sarei favorevole a un’azione legale e farei parte del gruppo di europarlamentari che porta la questione in tribunale”, gli fa eco Pietikainen.
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Tang fa parte di quella maggioranza trasversale nata all’inizio di giugno per opporsi al gas in tassonomia verde e al ruolo riservato dal regolamento al nucleare. Una maggioranza che ha fatto proseliti tra socialdemocratici e popolari, liberali di Renew e i più scontati Verdi e Sinistra.
E ha raggiunto un primo risultato: con 76 sì, 62 no e 4 astenuti, il 14 giugno le commissioni Ambiente e Economia del parlamento UE hanno approvato una risoluzione che chiede di togliere gas e atomo dalla lista degli investimenti considerati sostenibili. Un’indicazione chiara per il voto in plenaria, che si terrà il 6 luglio preceduto il giorno prima dal dibattito.
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Dopo mesi di polemiche molto accese, lo scorso febbraio la Commissione ha prodotto il secondo atto delegato, quella parte di tassonomia verde relativa a gas e nucleare. Entrambe le fonti di energia sono incluse, con certi parametri, nella lista degli investimenti verdi UE a fianco di solare, eolico. Un testo che è frutto del compromesso tra Francia (sì al nucleare, no al gas) e Germania (sì al gas, no al nucleare).
Sul voto dell’Europarlamento pesa la nuova situazione energetica globale che è emersa dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Per i deputati contrari alla tassonomia verde in questa forma, “questo atto delegato è arrivato prima della guerra in Ucraina”, e alla luce della dipendenza europea da Mosca “adesso ha ancora meno senso di prima”, spiegava alla stampa a inizio giugno Christophe Hansen, il rapporteur del provvedimento in quota PPE. “Politicamente non possiamo accettare di finanziare una macchina della guerra ancora più di quanto non stiamo già facendo, purtroppo”.