La presidenza italiana del G7 Finanze fa un passo indietro rispetto al vertice su clima ed energia di aprile
Nessun accenno all’eliminazione graduale dei sussidi ai combustibili fossili. E nemmeno un passaggio dedicato al dossier più importante di cui si discuterà alla Cop29 di Baku, cioè il Nuovo Obiettivo Collettivo Quantificato di Finanza per il Clima (NCQG). A Stresa, il G7 Finanze presieduto dall’Italia ha saltato a piè pari temi cruciali per la transizione. Concentrandosi solo su aspetti minori. Assenze che risaltano ancora di più visto che i due dossier erano stati invece inclusi nel comunicato finale del vertice G7 su clima, ambiente ed energia dello scorso aprile. E visto che è estremamente urgente compiere progressi concreti su questi fronti.
I paesi del G7 si sono impegnati 15 anni sul phase out dei sussidi fossili (quelli “inefficienti”), in teoria da ultimare entro il 2025. Ancora nel 2022, le 7 economie elargivano 42 miliardi di dollari l’anno solo per sovvenzionare esplorazioni e messa in produzione di nuovi giacimenti di petrolio e gas, nonostante l’anno prima l’Agenzia Internazionale per l’Energia avesse dichiarato progetti simili incompatibili con una traiettoria che limiti il riscaldamento globale sotto 1,5 gradi. Mentre sul versante NCQG, per quanto anche il G7 Clima di Torino fosse stato timido, aveva perlomeno incluso un riferimento alla necessità di fissare come obiettivo una cifra allineata con uno scenario a 1,5°C.
Cosa ha deciso il G7 Finanze sul clima?
Dal G7 Finanze arrivano invece segnali positivi su altri fronti. A partire dagli aiuti per lo sviluppo, con il rifinanziamento dell’Associazione Internazionale per lo Sviluppo della Banca Mondiale (IDA) – malgrado il vertice non abbia fissato una cifra a cui puntare, nemmeno riferendosi alla soglia di 100 mld $ proposta dalla stessa Banca Mondiale. Ma anche sul fronte del debito, con il via libera a clausole di “resilienza climatica” che permettono ai paesi più vulnerabili di sospendere i pagamenti in caso di crisi, ad esempio in seguito a eventi estremi.
I due risultati più sbandierati riguardano, invece, i due nuovi quadri di riferimento per la gestione della transizione verde e degli impatti climatici. Il G7 Finanze di Stresa ha approvato il Finance Track Menu of Policy Options for a Just Transition, una serie di opzioni (non vincolanti) per le strategie di mitigazione nazionali e internazionali, che tocca temi come l’armonizzazione delle politiche sull’intensità di carbonio dei prodotti, investimenti in green tech, un approfondimento degli strumenti di carbon pricing.
L’altra novità emersa dal G7 Finanza è l’High-Level Framework for Public-Private Insurance Programmes against Natural Hazards, un quadro comune per ridurre la distanza tra i danni causati da eventi climatici estremi e la quota di perdite assicurate.