Chi sborsa fondi per il rischio climatico e come è uno dei nodi cruciali del summit sul clima di Sharm
(Rinnovabili.it) – Dopo Scozia (nel 2021) e Danimarca (due mesi fa), anche la Germania e il Belgio promettono fondi per il rischio climatico ai paesi più vulnerabili. Ma tramite loro canali, non la Loss and Damage Financial Facility prevista dall’accordo di Parigi e al centro dei negoziati alla COP27 in corso a Sharm el-Sheikh. Un modo per segnalare che il principio è sacrosanto. Ma anche per dire che il come tradurlo in pratica non è scontato. La distanza tra paesi più ricchi e paesi più vulnerabili è ancora molta.
Berlino convoglierà i 170 milioni di euro promessi ieri da Sharm nella sua iniziativa sui Loss & Damage: il Global Shield against Climate Risks che sarà presentato ufficialmente il 14 novembre alla COP27. Uno “scudo globale” che la diplomazia tedesca vuole creare all’interno del G7 e specificamente diretto al gruppo dei V20, il gruppo di 58 paesi tra i più vulnerabili alla crisi climatica che rappresenta 1,5 miliardi di persone e appena il 5% delle emissioni globali. Questi fondi per i rischi climatici serviranno per servizi assicurativi (il perno su cui ruota tutto il Global Shield) e protezione dai disastri climatici.
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Così Berlino riconosce la legittimità della richiesta di giustizia climatica, ma evita di concedere fondi che sembrino compensazioni per i danni climatici subiti. Il rischio, visto dalla diplomazia tedesca, è che suoni come una sorta di auto-accusa al ruolo delle emissioni della Germania nel singolo evento climatico. Che potrebbe aprire la porta a richieste di risarcimento ben più ampie e sostanziose. Infatti, lo scudo globale sarà più che altro una razionalizzazione degli strumenti già esistenti in cooperazione allo sviluppo e preparazione ai disastri climatici. Le risorse saranno rese disponibili a priori e i paesi colpiti dal rischio climatico potranno via via farne richiesta al bisogno.
Una mossa in qualche modo simile è quella del Belgio, che ha promesso una cifra molto bassa – 2,5 milioni di euro – e destinata solo al Mozambico. In che cornice? Quella di un pacchetto di aiuti più ampio – 25 milioni – che il governo belga ha stanziato per aiutare il paese africano a fronteggiare la crisi climatica. Il canale quindi resta quello strettamente bilaterale. Con buona pace di chi, per i Loss & Damage, vorrebbe un meccanismo multilaterale che paesi vulnerabili e paesi ricchi controllano alla pari.
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