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Finite le risorse naturali, l’overshoot day per l’Italia è già arrivato

overshoot day
Foto di Anastasiia Orlova da Pixabay

(Rinnovabili.it) – Da oggi l’Italia è in debito con la Terra per il resto dell’anno. E’ l’overshoot day, il giorno del sovra-sfruttamento in cui abbiamo esaurito le risorse naturali a disposizione per il 2021 e quindi dovremo cominciare a utilizzare ‘la razione’ che ci spetta il prossimo anno; questo vale per esempio per l’alimentazione (frutta, verdura, carne, pesce, acqua), l’energia (legna, combustibili) e altri prodotti.

In sostanza, ieri 13 maggio è stata la data dell’Earth Overshoot day, per il Pianeta, se ciascun abitante del mondo vivesse come un italiano. A calcolare questo bilancio ci pensa il Global Footprint Network, l’organizzazione di ricerca internazionale che tiene la contabilità dell’impronta ecologica (cioè i consumi da parte della popolazione) e della biocapacità (quanto il territorio può mettere a disposizione).

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Secondo l’analisi contenuta nel rapporto – che si basa sul dato della popolazione e su rilevazioni scientifiche che vanno dal Pil ai consumi energetici, dall’emissione di gas serra ai trasporti – l’Italia avrebbe bisogno delle risorse di 2,7 Terre per arrivare alla fine dell’anno. Nel 2020 il nostro Overshoot day era stato il 14 maggio e due anni fa il 15. Il giorno del sovrasfruttamento dell’Italia quest’anno è lo stesso del Portogallo, ma è successivo a quello di tanti altri Paesi industrializzati. Il primo del 2021 è stato in Qatar (9 febbraio), a marzo è stato per Emirati Arabi Uniti (il 7), Canada e Stati Uniti (il 14), in aprile ha riguardato, tra gli altri, Corea (5), Singapore (10), Israele (16), Russia (17) e maggio Germania (5), Giappone (6), Francia (7). A giugno sarà la volta della Cina (7) mentre l’ultimo overshoot day riguarderà l’Indonesia il 18 dicembre. Non si sa ancora quando cadrà quello globale ma si stima in agosto.

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Secondo la vicepresidente della commissione Ambiente alla Camera e capogruppo di FacciamoECO – Federazione dei verdi, Rossella Muroni, dal rapporto emerge “la necessità di cambiare paradigma” e “un forte invito ad abbandonare il modello lineare a favore di quello circolare”. Per questo – osserva Muroni – “appare un’occasione persa che il Piano nazionale di ripresa e resilienza consideri l’economia circolare come una questione di impiantistica per i rifiuti e non ne veda le potenzialità come modello capace di generare nuove filiere e ricchezza sul territorio”. Per l’Italia, “che vanta il primato europeo del riciclo e brevetti all’avanguardia – rileva Muroni – deve essere uno stimolo a fare meglio e di più, a riconoscere i propri talenti e a liberare l’economia circolare dagli ostacoli burocratici”.

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