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Sorpasso delle FER sulle fossili, il 2020 è l’anno della finanza verde

Il dossier mette a paragone le performance azionarie delle nuove compagnie fossili e rinnovabili sbarcate sui mercati nel’ultimo decennio. Chi ha investito in energia pulita ha guadagnato il 54% più della media

Finanza verde: le rinnovabili rendono più delle fossili
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Uno studio di Carbon Tracker sulla finanza verde dal 2012 a oggi

(Rinnovabili.it) – Per la prima volta, nel 2020 l’arrivo sui mercati azionari di compagnie legate alle energie rinnovabili ha mobilitato un volume di azioni maggiore di quello delle aziende fossili. Il sorpasso suggerisce che “gli investitori stanno spostando la finanza verso un futuro a basse emissioni di carbonio” visto che “le industrie del carbone, del petrolio e del gas hanno faticato”. Lo afferma Carbon Tracker in un report sulla finanza verde pubblicato il 31 marzo.

Il dossier abbraccia gli ultimi 8 anni, dal 2012 al 2020. In questo lasso di tempo le emissioni azionarie legate ai combustibili fossili sono diminuite dell’85%, piombando  da 70 miliardi ad appena 10 miliardi di dollari. Al contrario, le energie rinnovabili hanno raccolto un record di 11 miliardi di dollari dalle offerte pubbliche di azioni soltanto l’anno scorso.

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C’è un altro aspetto che merita di essere sottolineato, nel dossier A Tale of Two Share Issues: How fossil fuel equity offerings are losing investors billions. Carbon Tracker dimostra numeri alla mano che investire nelle fossili non conviene più: solo la finanza verde rende davvero. Nel corso dell’ultimo decennio, infatti, gli investitori hanno acquistato quasi 640 miliardi di dollari di azioni emesse da produttori di combustibili fossili, utility dipendenti dalle fossili e società di servizi collegate. “Ma i loro investimenti hanno perso circa il 20% in valore nonostante uno dei periodi di rialzo del mercato più lunghi e forti mai registrati”, si legge nel rapporto.

Per comparare le performance finanziarie di fossili e rinnovabili, Carbon Tracker usa come parametro di riferimento il MSCI All Country World Index, un indice azionario che segue i titoli azionari di 23 paesi sviluppati e 27 mercati di paesi emergenti. Risultato? Chi ha investito nelle fonti fossili ha ottenuto performance peggiori della media del mercato del 52%. Gli investimenti nelle rinnovabili, al contrario, sono andati meglio della media del 54%, aggiudicandosi l’etichetta di settore tra i più performanti.

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Secondo Mark Campanale, fondatore e direttore esecutivo di Carbon Tracker, “è sorprendente che le borse stiano ancora accettando nuove società legate ai combustibili fossili che hanno l’obiettivo di espandere la produzione o sviluppare nuove riserve, in diretta contraddizione con gli obiettivi di Parigi sul riscaldamento globale”. Chiosa Henrik Jeppesen, autore del rapporto: “Gli investitori si sono resi conto del fatto che le società di combustibili fossili non sono più in crescita come una volta”.