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I parlamentari europei approvano le nuove norme della finanza verde

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Il provvedimento UE sulla finanza verde fissa 6 target ambientali che le attività economiche dovranno rispettare per essere “ecosostenibili”

(Rinnovabili.it) – Via libera alle nuove norme europee sulla finanza verde. È arrivata ieri l’approvazione definitiva del Parlamento UE al regolamento sulla classificazione per gli investimenti sostenibili. Il provvedimento, già adottato dal Consiglio il 15 aprile 2020, stabilisce criteri uniformi per determinare se un’attività economica possa essere definita o meno ecosostenibile. In altre parole, introduce in tutto il Blocco un sistema di classificazione comune che fornisce maggior chiarezza a imprese e investitori, in maniera da prevenire il greenwashing e incoraggiare la transizione low carbon.

“Tutti i prodotti finanziari che si dichiarano sostenibili dovranno dimostrarlo secondo criteri rigorosi e ambiziosi dell’UE”, spiega il relatore della commissione parlamentare affari economici Bas Eickhout (Verdi/ALE, NL). “La legislazione prevede anche un chiaro mandato alla Commissione per iniziare a definire (entro il 31 dicembre 2021) le attività dannose per l’ambiente. La graduale eliminazione di tali attività e investimenti è importante per raggiungere la neutralità climatica, tanto quanto il sostegno alle attività decarbonizzate”.

Come funziona il nuovo regolamento della finanza verde? 

Il regolamento fa parte di un pacchetto di norme presentato dalla Commissione europea il 24 maggio 2018 come strumento attivo del Piano d’azione sulla finanza sostenibile. Il testo stabilisce sei target ambientali: mitigazione dei cambiamenti climatici, adattamento climatico; protezione e uso sostenibile delle risorse idriche e marine; transizione verso un’economia circolare; prevenzione e il controllo dell’inquinamento; protezione e il ripristino degli ecosistemi.

Se un attività finanziaria contribuisce ad almeno uno degli obiettivi, senza ovviamente danneggiare altri, può essere etichettata come “ecosostenibile”.

Se incompatibile invece con la neutralità climatica, ma considerata necessaria nella transizione energetica, l’attività sarà definita “abilitante” o “di transizione”. Questo tipo di prodotti finanziari – in cui potrebbero rientrare anche investimenti nel gas naturale e nel nucleare – devono comunque rispettare il principio del “non fare danni significativi”. E in termini prettamente emissivi, vantare livelli di gas serra corrispondenti alle migliori prestazioni del settore.

Il nuovo impianto di classificazione della finanza verde europea si applica sia alle misure adottate dagli Stati membri e Unione che stabiliscono obblighi per gli operatori del mercato che ai partecipanti ai mercati finanziari. Gli operatori, che vendono prodotti finanziari e le grandi imprese con oltre 500 dipendenti, dovranno dichiarare in che modo e in che misura le loro attività contribuiscono agli obiettivi o se gli stessi vengono ignorati.

Alla Commissione europea va il compito di sviluppare i criteri tecnici per ogni obiettivo ambientale, ma non sarà da sola in questo percorso. Il regolamento istituisce, infatti, una piattaforma multi-stakeholder, a cui prenderanno parte anche l’Agenzia europea per l’Ambiente e la BEI, che fornirà consulenza sui parametri di vaglio tecnico e l’eventuale necessità di aggiornarli.

I primi criteri per le attività ecosostenibili dovrebbero essere pronti entro la fine dell’anno e riguarderanno i primi due target di mitigazione e adattamento. La scadenza per gli altri obiettivi è fissata per la fine del 2021. L’esecutivo UE aggiornerà regolarmente anche i criteri tecnici di screening per le attività di transizione e di abilitazione.

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