Con la roadmap per il clima, la BEI punta tutto sulla finanza verde
(Rinnovabili.it) – “E’ finita per il gas”. Senza mezzi termini, il presidente della Banca europei degli investimenti (BEI) Werner Hoyer ha fatto calare il sipario su quella che, tra le fonti fossili, è (stata) considerata come possibile candidata per guidare la transizione energetica. L’istituzione con sede in Lussemburgo accelera sulla finanza verde.
La presentazione delle attività della BEI nell’anno 2020 non si discosta molto dalle aspettative. L’istituzione ha da pochi mesi presentato ufficialmente una sorta di roadmap per il clima, un documento dove indica i provvedimenti che intende adottare nel breve e medio termine per fare la sua parte nella lotta al cambiamento climatico.
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In linea generale, la BEI prevede di utilizzare il 50% delle sue attività per sostenere la sostenibilità climatica e ambientale, sbloccando 1.000 miliardi di euro per finanziamenti verdi entro il 2030. Inoltre, l’istituzione si è impegnata a garantire che tutte le sue attività siano allineate con l’accordo di Parigi.
In quest’ottica, il piano di investimenti della BEI per il prossimo futuro fa tabula rasa delle fonti fossili, o quasi. Poco il supporto anche per il gas: solo le centrali elettriche che emettono meno di 250 gCO2/kWh sono considerate attualmente ammissibili. Ed entro la fine dell’anno la BEI promette che eliminerà gradualmente tutti i finanziamenti in essere per le fonti fossili.
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Dal 1° gennaio di quest’anno, invece, è già in vigore lo stop ai finanziamenti per la produzione upstream di oil&gas, infrastrutture tradizionali per il gas, e qualsiasi progetto su larga scala che preveda la combustione senza abbattimento di emissioni di petrolio, gas, carbone e torba. Resta invece nel novero dei progetti finanziabili dalla BEI la produzione di idrogeno “low-carbon”, ovvero quello ottenuto non a partire da fonti rinnovabili (idrogeno verde) bensì tramite energia nucleare (idrogeno rosa) o gas con recupero di CO2 (idrogeno blu).