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Finanza verde: la BCE crea un team sul clima e pensa ai green bond

Finanza verde: la BCE crea un team sul clima e pensa ai green bond
credits: ProfessionalPhoto da Pixabay

Christine Lagarde ha annunciato un’accelerazione sulla finanza verde

(Rinnovabili.it) – Un team per il clima e la possibilità di investire in green bond. Sono i due fronti della finanza verde su cui si sta muovendo la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde. La numero 1 della BCE ieri ha annunciato che il cambiamento climatico sarà al centro della revisione delle politiche dell’istituzione finanziaria.

“Il cambiamento climatico colpisce tutte le nostre aree di policy”, ha riconosciuto Lagarde, presentando le iniziative per accompagnare e supportare la transizione verde del continente. “Il team sul cambiamento climatico fornisce la struttura di cui abbiamo bisogno per affrontare la questione con l’urgenza e la determinazione che merita”, ha chiosato.

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Secondo tassello: la BCE entrerà anche nel fondo green bond della Bank for International Settlements. Quest’ultima investe nella produzione di energie rinnovabili, nell’efficienza energetica e in altri progetti sostenibili. Inoltre, Lagarde ha annunciato che la Banca centrale europea prenderà in considerazione altre misure nell’ambito della finanza verde. In particolare, allo studio ci sono i green bond.

Nei corridoi della BCE questa nuova posizione continuerà ad alimentare qualche polemica. Lagarde era stata criticata in passato perché la rinnovata attenzione al clima avrebbe “distratto” l’istituzione dal punto cardinale del suo mandato, cioè garantire la stabilità dei prezzi. Critiche a cui ha risposto ieri, sostenendo che “il cambiamento climatico può creare volatilità a breve termine della produzione e dell’inflazione attraverso eventi meteorologici estremi e, se non affrontato, può avere effetti di lunga durata sulla crescita e sull’inflazione”.

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La revisione di policy e la creazione del team sul clima dovrebbero correggere le principali storture della banca. Negli ultimi anni, soprattutto con l’avvento del quantitative easing voluto dal predecessore di Lagarde, Mario Draghi, le politiche della BCE sono finite nel mirino perché avrebbero veicolato fiumi di denaro verso i grandi inquinatori. Un’inchiesta di Corporate Europe Observatory del 2016 stimava in 46 mld di euro il travaso a favore di aziende come Shell, Repsol, Volkswagen e BMW.

Da allora la banca non ha invertito la rotta. Lo scorso ottobre, uno studio dettagliato pubblicato da New Economics Foundation (NEF), dalle università britanniche SOAS di Londra, West of England e di Greenwich e da Greenpeace Central and Eastern Europe, dimostrava che più della metà dei 241,6 miliardi di euro di obbligazioni societarie detenute dalla BCE a fine di luglio 2020 erano state emesse da imprese ad alta intensità di carbonio.

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