Rinnovabili • Finanza sostenibile: tanti annunci ma poca trasparenza, dice CDP Rinnovabili • Finanza sostenibile: tanti annunci ma poca trasparenza, dice CDP

La finanza sostenibile vive più di annunci che di azioni concrete, dice CDP

Tre quarti delle aziende che nel 2020 hanno usato la piattaforma di CDP non rendicontano l’impatto climatico dei loro investimenti. E anche tra i circa 80 player ‘virtuosi’ la metà rivela le emissioni finanziate solo per una parte del proprio portfolio

Finanza sostenibile: tanti annunci ma poca trasparenza, dice CDP

Il rapporto di Carbon Disclosure Project sulla finanza sostenibile

(Rinnovabili.it) – Le più grandi istituzioni finanziarie del pianeta sono ancora allergiche alle pratiche più basilari della finanza sostenibile. Su più di 330 tra banche, assicurazioni e altri top player, sono solo 84 quelle che riportano correttamente l’impatto climatico degli asset del loro portfolio. Vale a dire meno di uno su quattro.

 I numeri arrivano da un’analisi sistematica condotta da Carbon Disclosure Project nel rapporto The time to green finance. Un documento da cui emerge un’immagine preoccupante, che aiuta a smaltire la sbornia causata dal rincorrersi di annunci di piani per la neutralità climatica. Che restano solo annunci (o greenwashing) se non sono accompagnati da strategie concrete e da risultati.

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Il rapporto passa in rassegna le performance in materia di finanza sostenibile di 332 istituzioni che nel 2020 si sono servite della piattaforma messa a disposizione da CDP. Ne viene fuori una Caporetto per la finanza verde. Le aziende virtuose, come detto, sono appena 84. Queste hanno rendicontato le emissioni che hanno finanziato, cioè quelle generate dai progetti in cui hanno investito. Ma nemmeno tutte queste già poche aziende sono realmente virtuose. Come avverte CDP, più della metà hanno dato informazioni su meno del 50% del valore del loro portfolio.

Allargando lo sguardo anche agli altri soggetti la situazione peggiora. La maggior parte di queste 332 aziende non opera in modo coerente con l’accordo di Parigi. Meno della metà ha anche solo dei piani per allineare i propri investimenti alla soglia dei 2°C di riscaldamento globale, quella più alta pattuita nella capitale francese nel 2015. E solo il 21% delle aziende ha degli obiettivi per restare in linea con i 2°C o con l’obiettivo più ambizioso degli 1,5°C.

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Secondo CDP, questa situazione si traduce in un modo solo: è a rischio la transizione dei maggiori operatori finanziari. In particolare, la mancanza di trasparenza sull’impatto climatico degli investimenti potrebbe impedire alle aziende di raggiungere i loro obiettivi di neutralità climatica.