Prosegue la svolta della Bce verso la finanza sostenibile voluta da Lagarde
(Rinnovabili.it) – Le banche europee si devono preparare meglio sul fronte della finanza sostenibile: il prossimo anno sarà svolto il primo stress test sul sistema del credito legato all’impatto del cambiamento climatico. Parola della Banca centrale europea (Bce), che per aiutare gli istituti a non fallire l’appuntamento chiede piani chiari a medio e lungo termine per ripulire i portafogli dai titoli high carbon.
Entro ottobre dalla Bce dovrebbero arrivare le istruzioni. Probabilmente, dicono alcune fonti, l’istituzione con sede a Francoforte chiederà alle banche europee di preparare un documento dove spiegano come potrebbe evolvere il loro portafoglio di titoli tra 10, 20 e 30 anni, quindi con orizzonte al 2050.
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Piani che saranno necessari anche in vista dello stress test del 2022. La verifica della Bce, infatti, non passerà al vaglio soltanto quanto è esposto al rischio climatico ogni singolo istituto, ma valuterà anche la prontezza con cui è eventualmente in grado di reagire a determinati shock. I risultati di questo test saranno integrati con quelli dello stress test svolto quest’anno. Insieme, andranno a fornire la base di dati a cui l’istituto guidato da Christine Lagarde guarderà per ricalcolare i requisiti patrimoniali delle singole banche.
Una svolta, quella della Bce, che è stata preparata negli ultimi mesi. Lagarde a inizio mandato aveva chiarito subito che intendeva trattare il rischio climatico al pari di qualsiasi altro rischio, traghettando così la Banca centrale europea verso la sponda della finanza sostenibile.
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Erano poi seguite analisi a livello europeo e tirate d’orecchie alle banche. Secondo un dossier della Bce di maggio, almeno l’80% dei prestiti alle imprese nella zona euro è esposto a un fattore di rischio climatico. Le banche dell’area euro imprestano un euro su tre a imprese situate in aree dove è già elevato, oppure in aumento, il rischio di inondazioni, siccità, caldo estremo, incendi o innalzamento del livello del mare. Rischi più alti nell’Europa meridionale, soprattutto in Grecia, Spagna e Portogallo.