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Una riforma della Banca Mondiale per accelerare sulla finanza climatica

Finanza climatica: la Germania propone di riformare la Banca Mondiale
Photo by Christine Roy on Unsplash

La proposta di Berlino e Washington mira a adattare la finanza climatica alle sfide globali di oggi

(Rinnovabili.it) – I paesi più ricchi sono piuttosto restii a discutere di finanza climatica con i paesi più vulnerabili al climate change. Anche al summit di Sharm el-Sheikh al via fra 3 settimane: si parlerà di uno dei capitoli più importanti, quello delle perdite e danni, ma non c’è (ancora) nessuna intenzione di creare un meccanismo per distribuire i fondi, come prevede invece il Paris agreement. Le economie più avanzate, però, sono molto attive su altri fronti. Ad esempio, quello della Banca Mondiale.

Questa settimana, 10 paesi guidati da Germania e Stati Uniti (tra cui l’intero G7) hanno presentato una proposta di riforma profonda dell’istituzione di Bretton Woods. La più importante dalla sua creazione nel 1944. Il mondo è cambiato da allora e la Banca Mondiale deve adattarsi alle sfide globali di oggi. Come? Uno degli obiettivi principali è facilitare l’accesso alla finanza climatica.

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Lo ha spiegato molto chiaramente Svenja Schulze, la ministra tedesca per lo Sviluppo e rappresentante di Berlino nel board della Banca Mondiale. “Il suo modello attuale, che si basa principalmente sulla domanda dei Paesi mutuatari, non è più adeguato in questo periodo di crisi globale. Le sfide e le esigenze di investimento sono così grandi che il modello deve essere adattato, ha detto, riferendosi alla pandemia di Covid-19 e alla crisi climatica. La World Bank deve diventare più attrattiva, insomma. Come? “Deve fornire incentivi ai Paesi affinché utilizzino i suoi prestiti per affrontare le sfide globali. Deve rendere più attraente per i Paesi in via di sviluppo l’utilizzo dei prestiti della Banca Mondiale per l’azione sul clima e la conservazione della biodiversità”.

Il restyling può seguire strade diverse, tra cui Schulze cita concedere prestiti per il clima a condizioni migliori, ma anche “un sostegno di bilancio mirato per i governi che vogliono perseguire riforme politiche per rendere le loro economie neutrali dal punto di vista climatico”.

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