Un nuovo rapporto di CDP mostra come raggiungere un’Europa zero emissioni
(Rinnovabili.it) – Per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 le principali aziende europee devono più che raddoppiare i loro attuali investimenti in progetti low carbon. È quanto sostiene il report pubblicato da CDP, organizzazione internazionale non-profitche analizza annualmente gli impegni di 882 società quotate in borsa in diversi settori. Le società valutate hanno speso 124 miliardi di euro in ricerca e sviluppo nel 2019: in media il 12% della loro spesa annuale è dunque utilizzato per tecnologie a basse emissioni, ma non basta. Gli investimenti dovranno aumentare di almeno il 25% per contribuire a creare un’Europa zero emissioni.
Nel rapporto Germania, Spagna e Italia si attestano prime in classifica per investimenti low carbon, seguite da Francia, Danimarca e Regno Unito. Le principali aree di investimento sono i veicoli elettrici, con una spesa di circa 43 miliardi di euro, le energie rinnovabili (16 miliardi di euro) e l’efficientamento energetico della produzione (15 miliardi di euro). Ma “abbiamo l’opportunità di fare molto di più e vogliamo vedere più azioni su tutta la linea”, ha affermato Steven Tebbe, amministratore delegato di CDP Europe.
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Tebbe ha sottolineato che raggiungere l’obiettivo di un’Europa zero emissioni significa, per l’economia regionale, una riduzione delle emissioni ad un tasso dell’8%, il che richiede “una trasformazione cruciale del nostro modello economico”. In questo percorso “i politici e gli investitori – ha continuato Tebbe – devono aiutare le aziende a finanziare le tecnologie rivoluzionarie del futuro”.
Il CDP stima che il potenziale valore delle nuove opportunità commerciali a basse emissioni in Europa potrebbe superare i mille miliardi di euro, oltre sei volte le risorse richieste per raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo. Attualmente però “i livelli complessivi di investimento sono ancora insufficienti per porre le imprese europee sulla buona strada di un futuro a emissioni nette pari a zero”.
Si rende così necessario, quantomeno “per le industrie in cui la decarbonizzazione è più complessa che i mercati finanziari e i responsabili politici forniscano forti incentivi per guidare gli investimenti verso tecnologie innovative, in cui le spese in conto capitale sono spesso elevate e hanno un ritorno solo nel lungo periodo”.
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