Le varie attività che compongono la green economy sono cresciute a un ritmo superato soltanto dal settore tecnologico nell’ultimo decennio. Il settore legato all’efficienza energetica è trainante con un CAGR decennale al 17%. Ma tutta l’economia verde viaggia più spedita della media del mercato (CAGR a 10 anni al 13,8% vs 8,3%)
L’analisi del London Stock Exchange Group sulla performance di mercato dell’economia verde
Investire i propri risparmi nella green economy è una delle scommesse più convenienti. Negli ultimi 10 anni, le azioni delle aziende dell’economia verde sono cresciute del 198%. Una scalata imperiosa, seconda soltanto al risultato dei colossi della tecnologia. L’andamento può essere percepito in modo diverso perché non sono mancati gli alti e bassi. Ma nel lungo termine il trend è chiaro.
Cosa traina la green economy?
Alla fine del 1° trimestre del 2024, l’economia verde quotata in borsa vale 7.200 miliardi di dollari. Soglia raggiunta durante un decennio caratterizzato da volatilità del mercato molto elevata e rischi geopolitici che si affastellano. Ciò nonostante, sottolinea un rapporto del London Stock Exchange Group, il tasso composito di crescita annuale (CAGR) a 10 anni è del 13,8%, ben sopra lo standard di mercato (8,3%).
L’incremento non è però equamente distribuito tra i vari settori che compongono l’economia verde. Le attività legate all’efficienza energetica sono quelle più performanti, e da sole valgono il 46% della green economy globale e il 30% dei proventi delle obbligazioni verdi. Il loro CAGR decennale arriva al 17%. Mentre le attività legate alle rinnovabili sono fanalino di coda.
Nonostante un quadro più che positivo, lo studio di LSEG evidenzia alcuni ostacoli che continuano a influire sulla traiettoria di crescita dell’economia verde. Ad esempio, problemi di sovraccapacità e barriere commerciali legate alla produzione di apparecchiature per energie rinnovabili e di auto elettriche.
È dall’abbraccio fra transizione ecologica e digitalizzazione che emergono le prospettive migliori per il futuro. La crescita senza precedenti delle tecnologie digitali, in particolare dell’intelligenza artificiale e dei data center, potrebbe diventare “un nuovo motore per l’ulteriore crescita e sviluppo dell’economia verde”, si legge nello studio. Motore che viene alimentato dai consumi energetici di Big Tech in impennata, che si traduce in più attenzione per le rinnovabili e per l’efficienza energetica (soprattutto per quanto riguarda chip e server, sistemi di raffreddamento, data center su vasta scala e gestione della domanda energetica).