Il programma nazionale brasiliano di sostegno all’agricoltura, il piano Safra, vale oltre 80 miliardi di euro. Denaro che viene spesso elargito a piccole, medie e grandi aziende agricole contravvenendo alle regole contro la deforestazione
Il nuovo rapporto di Greenpeace Brasile sul legame tra finanza, credito e deforestazione in Amazzonia
(Rinnovabili.it) – Il Brasile usa i fondi raccolti dagli investitori internazionali, i sistemi di credito bancario e anche le tasse dei propri cittadini per finanziare con decine di miliardi di reais la deforestazione in Amazzonia. Il tutto attraverso il piano Safra, il programma nazionale di supporto al settore agricolo. I cui contributi vengono elargiti spesso aggirando o chiudendo un occhio sui requisiti di accesso. Che dovrebbero impedire che queste risorse finiscano a chi contribuisce a degradare la più grande foresta pluviale tropicale del Pianeta. Lo denuncia un rapporto di Greenpeace Brasile rilasciato il 9 aprile.
Di quante risorse si tratta? A luglio 2023, il piano Safra poteva contare su 847 miliardi di reais, oltre 80 miliardi di euro. Destinati a finanziamenti pubblici a supporto delle attività agricole di piccoli, medi e grandi produttori. Ovviamente non tutto questo denaro contribuisce alla deforestazione dell’Amazzonia e il rapporto non fornisce una cifra esatta: si limita a seguire i flussi di finanziamenti, rintracciare la loro origine, e sottolineare le carenze nel sistema di controlli. L’impatto complessivo però è potenzialmente enorme: secondo dati di MapBiomas, il 96% dell’area deforestata nel 2022 è andata a beneficio proprio dell’agribusiness.
Il rapporto parte dai dati sulle proprietà terriere elencate nel database della Banca centrale brasiliana che hanno ricevuto credito rurale tra il 2018 e il 2022 e sono attive nell’Amazzonia legale. Riscontrando diverse violazioni delle regole necessarie per questi tipi di finanziamento. Ci sono poi molte falle nel sistema di controllo delle banche e altre lacune nei regolamenti in vigore. Il quadro normativo e la sua applicazione carente, quindi, “consentono la distribuzione di milioni di reais brasiliani a proprietà rurali associate a danni socio-ambientali”.
Di che numeri stiamo parlando? Greenpeace individua 10.074 proprietà che si trovano parzialmente o totalmente all’interno di aree di Amazzonia protette dalla legge. Di cui 41 addirittura in aree completamente protette, dove non dovrebbero esserci attività economiche. Inoltre, 24 proprietà si sovrappongono parzialmente o totalmente con 7 aree designate come terre indigene e 21.692 proprietà si sovrappongono a foreste pubbliche non protette.
Il denaro che contribuisce alla deforestazione dell’Amazzonia arriva anche a chi è già stato pizzicato. Secondo i calcoli di Greenpeace, sono 798 gli immobili sottoposti a sequestro da parte dell’agenzia ambientale brasiliana Ibama che hanno ricevuto finanziamenti. Contravvenendo alle regole e alle linee guida in vigore della Banca Centrale brasiliana e del Consiglio Monetario Nazionale.