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Greenpeace: la BCE sottovaluta il costo dei disastri climatici

Costo dei disastri climatici: minacciano la stabilità dei prezzi
Foto di Fabian Holtappels da Pixabay

Il rapporto dell’ong fa luce sui risvolti monetari del costo dei disastri climatici

(Rinnovabili.it) – Non esiste stabilità economica senza stabilità ecologica. Questo il messaggio lanciato da Greenpeace alla BCE ieri, in occasione della riunione del consiglio direttivo della massima istituzione finanziaria europea. Sotto i riflettori finisce il costo dei disastri climatici. In un rapporto preparato insieme al German Institute for Economic Research e alla SOAS University of London, l’ong ambientalista dimostra numeri alla mano che la crisi climatica riguarda da vicino anche la stabilità dei prezzi. Vale a dire l’obiettivo numero 1 del mandato della Banca centrale europea.

“I disastri naturali portano a un aumento dell’inflazione primaria e di base, con aumenti dei prezzi più elevati per cibo e bevande. Gli effetti sono piccoli ma significativi”, si legge nel rapporto The price of hesitation, che per la prima volta prova a fare luce su un aspetto poco approfondito della crisi climatica come il costo dei disastri climatici e le sue ricadute sui prezzi. “Da un lato, l’inflazione può aumentare poiché i disastri climatici possono distruggere raccolti, edifici e infrastrutture e quindi causare shock negativi dal lato dell’offerta. Dal lato della domanda, i disastri naturali spesso stimolano gli sforzi di ricostruzione, che possono causare un temporaneo boom locale dei prezzi dei beni di ricostruzione”.

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L’istituzione guidata da Christine Lagarde ha promesso in tempi brevi una svolta importante verso la finanza verde. Ma i progressi vanno troppo a rilento e non sono davvero incisivi, sostiene Greenpeace. Secondo il rapporto, la Bce dovrebbe allineare tutte le operazioni di politica monetaria all’obiettivo della neutralità climatica. Come? Ad esempio, determinando qual è la loro impronta climatica. E portando criteri di questo tipo a un livello superiore rispetto a quello della neutralità del mercato, che guida le operazioni della banca.

“Tutti nella BCE devono riconoscere che la protezione del clima e la stabilità dei prezzi sono collegate”, afferma Mauricio Vargas, economista di Greenpeace. “La Bce dovrebbe quindi considerare l’obiettivo della neutralità climatica nelle sue decisioni. Un primo passo necessario sarebbe porre fine agli aiuti finanziari per le società di energie fossili estremamente dannose per il clima che non sono in linea con l’accordo sul clima di Parigi”.

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